“Lo sviluppo di nuove piattaforme multimediali, in grado di veicolare cultura e informazione, ha da tempo apportato importanti modifiche agli assetti del comparto dell’editoria, rappresentando una grande opportunità aggiuntiva, complementare, e non sostitutiva di altre forme tradizionali di comunicazione, quale ad esempio quella della carta stampata, destinata sicuramente a modificare i suoi contenuti, ma non certamente a scomparire”. È quanto si legge in una nota della Slc Cgil e Sinagi che ha come oggetto la riforma dell’editoria e l’iscrizione delle edicole nel registro operatori della comunicazione.
“Questa profonda trasformazione – prosegue la nota – avviene in un’epoca segnata da una profonda crisi strutturale che attraversa l’intero settore e che è acuita dal crollo degli investimenti pubblicitari e dal continuo ridimensionamento delle risorse a disposizione, il che rende oggi indispensabile e non più rinviabile una discussione sulle scelte strategiche che devono essere fatte per rilanciare un comparto così fondamentale per la vita democratica del paese”.
“Da tanti anni si parla di una riforma dell’editoria che ridisegni meglio il settore e che dia regole trasparenti, eppure il tema non è stato mai realmente affrontato nella sua globalità”.
“Noi siamo convinti che sia arrivato il momento di mettere il comparto in trasparenza, attraverso una riforma vera del sistema dell’informazione, che oltre alle radio e alle televisioni, comprenda tutte le piattaforme attraverso le quali si veicolano i contenuti editoriali, ivi compresa la carta stampata”.
“Nel frattempo, da quest’ultima si può già partire, poiché vi sono le condizioni per farlo”.
“Se è vero infatti che spesso i dati delle vendite di giornali e riviste non sono completamente noti nella loro totalità, bisogna provare a partire da lì, pretendendo dati di vendita certi e certificati. In questa ottica le edicole possono rappresentare una risorsa preziosa, grazie alla loro capillare rete di vendita”.
“Per questa ragione proponiamo l’inserimento delle edicole, nel Registro degli Operatori della Comunicazione, dove già sono presenti gli editori”.
“Attraverso un processo completo di informatizzazione, le vendite potranno essere realmente certificate, contribuendo a migliorare il perimetro dei requisiti necessari per avere accesso ai finanziamenti pubblici”.
“Tale processo può al contempo contribuire allo snellimento delle attuali procedure di controllo legate alla verifica necessaria per aver accesso ai contributi previsti dalla legge”.
“Nel Roc è già presente tutta la filiera radio televisiva, dalla progettazione alla diffusione; l’editoria, scritta, è presente nella progettazione, ma non nella diffusione. Si tratta quindi semplicemente di completare il quadro”.
“Questo fatto – conclude la nota – contribuirebbe a rendere più trasparente il comparto, senza necessità di nuove leggi, né tantomeno di ulteriori oneri per lo Stato, e faciliterebbe inoltre l’avvio di un esame più approfondito anche per quello che riguarda il web, settore per il quale andrebbe fatto un ragionamento più completo per meglio definire la certificazione dei contenuti, la qualità e la provenienza”.
Editoria: Slc Cgil e Sinagi, riforma per trasparenza
4 giugno 2013 • 00:00