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L’Slc Cgil accoglie all’interno della categoria lo storico sindacato nazionale scrittori, che diventa la sua sezione nazionale scrittori. "Non è un momento facile per la cultura in generale – si legge in una nota del sindacato –, per la letteratura in particolare. L’Istat afferma che la quota di lettori di libri scende di un punto e mezzo nel 2014 rispetto all'anno precedente, raggiungendo la percentuale del 41.4%, e che quasi una famiglia su 10 non ha neppure un libro in casa, mentre il 63.5% ne ha al massimo 100".
"Quindi, abbiamo deciso di ampliare il nostro raggio d’azione, mettendo insieme scrittori, attori, musicisti, produttori di beni immateriali, nella convinzione che sia il momento di rilanciare la rappresentanza di queste persone, prive di tutele e riconoscimento professionale, anche a fronte delle novità introdotte dalle tecnologie e delle conseguenti ricadute sui diritti d’autore. Il mondo intellettuale in questo modo diventa più autorevole e questo è fondamentale per affrontare le problematiche che lo riguardano, anche nel rispetto delle differenze dei singoli settori", aggiunge il comunicato dell'Slc.
"La lotta per i diritti e i valori degli scrittori e autori italiani non è, così, una lotta settoriale, non riguarda un gruppo minoritario della società, ma investe l’intero impianto del rapporto tra società civile e società politica, riguarda le questioni di fondo della libertà, della democrazia, dell’attuazione della Costituzione, della crescita umana e civile delle persone, che solo così diventano cittadini capaci di un giudizio critico maturo. Perciò, organizziamo incontri letterari, che possono permettere agli autori di presentare le proprie opere, creando confronto e dibattito sui vari argomenti", conclude il sindacato.