“Con amarezza e con stupore apprendiamo che il nuovo testo del Regolamento non corrisponde alle esigenze di rigore ed è fuori delega”. A dirlo è la direzione nazionale di Mediacoop (l’associazione delle cooperative giornalistiche, editoriali e della comunicazione), parlando della nuova stesura del regolamento di semplificazione per l’editoria, illustrata dal sottosegretario Paolo Bonaiuti in Commissione Cultura della Camera e in Commissione Affari costituzionali al Senato.

Si legge nella nota dell’associazione: “Violando il mandato della delega ricevuta con l’articolo 44 del decreto legge 25 giugno 2008 , n.112 convertito dalla legge 6 agosto 2008 n. 133, il regolamento esclude i giornali di partito dalla nuova normativa ripristinando, per loro, l’erogazione dei contributi in base alle copie tirate e non a quelle diffuse”. Inoltre, “sopprime il tetto del 30 per cento della pubblicità come condizione di accesso al sostegno pubblico, che costituiva la motivazione principale per la sua erogazione. E contrariamente a quanto sbandierato in più sedi, non equipara le cooperative ex 153 alle vere cooperative, quelle definite dall’articolo 6 della legge 416 del 1981. Per queste introduce, una forma di cooperativa ibrida. Sopprime le norme che definiscono le situazioni di collegamento e controllo nel settore editoriale. Aumenta a 50 milioni le copie ammissibili a contributo e diminuisce la percentuale tra vendita e diffusione. Rende risibile il minimo della presenza giornalistica nei quotidiani che accedono ai contributi diretti”.

Mediacoop ricorda poi come Bonaiuti abbia dichiarato in audizione la soppressione del tetto dei quattro milioni ai contributi: “In tal modo – spiega l’associazione – il regolamento invece di semplificare il processo e i criteri per la definizione dei contributi, rende ancora più ingiusta, distorta e farraginosa la normativa. Tutto ciò contrasta con la politica di assoluto rigore, più volte annunciata e ribadita dal sottosegretario, e rende impossibile i processi di trasparenza e di risparmio che vengono, in definitiva, perseguiti esclusivamente a carico dei veri giornali cooperativi, non profit e di partito”.

Così si chiude il comunicato
: “Una simile conclusione dell’iter normativo in corso sarebbe inaccettabile perché non rispetta la delega ricevuta, ribadisce privilegi, distorsioni e sprechi, mette a rischio di chiusura le vere esperienze cooperative, non profit e di partito, rende più debole e criticabile l’intervento pubblico a sostegno del pluralismo dell’informazione. Si tratta di una questione molto delicata. È appena il caso di ricordare, tra l’altro, che la vicenda è legata a un decreto sulle cui norme pesano forti dubbi di costituzionalità da noi sollevati nelle settimane passate e che faremo rilevare nelle sedi opportune”.

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