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La pirateria sottrae ogni anno al mondo del libro 528 milioni di euro, il 23% del valore complessivo del mercato escludendo editoria scolastica ed export. Il risultato è una perdita di lavoro nel settore pari a 3.600 persone, 8.800 considerando anche l'indotto. Dei 528 milioni persi complessivamente dall'editoria, 247 milioni sono di vendite nelle librerie. Sono i dati di una ricerca realizzata da Ipsos per conto dell'Aie (l'Associazione italiana degli editori). Secondo l'Aie, se questi consumi ritornassero nell'alveo del mercato legale, potrebbero aprire circa 120 nuove librerie, per 300 nuovi posti di lavoro.
Dati dunque molto negativi a cui si contrappone, invece, un'importante inversione di tendenza nell'editoria italiana. Secondo l'analisi del mercato del libro di “varia” in Italia realizzata dall'ufficio studi dell'Aie in collaborazione con Nielsen (e che saranno illustrati dal presidente Ricardo Franco Levi oggi, a Venezia, durante la giornata conclusiva del XXXVII Seminario di perfezionamento della scuola per librai Umberto ed Elisabetta Mauri), crescono fatturato (+4,9%) e, per la prima volta dal 2010, le copie vendute (+3,4%) nei canali trade, ovvero librerie, grande distribuzione organizzata e store online.
Il settore torna così a un giro d'affari superiore a quello del 2011 (1,493 miliardi, e-book compresi, contro 1,432), ma soffre gli effetti della pirateria che sottrae 247 milioni di euro di vendite nelle librerie ogni anno. “I buoni numeri del 2019 testimoniano il lavoro fatto dagli editori in questi anni per recuperare il terreno perduto durante la crisi – spiega il presidente di Aie, Ricardo Franco Levi –. Allo stesso tempo i dati sulla lettura, la perdurante fragilità delle librerie e della grande distribuzione e la piaga della pirateria richiedono un intervento pubblico importante a sostegno del mondo del libro. 18App riportata alla sua dotazione originaria e sgravi fiscali per gli acquisti di libri: questo è ciò che chiediamo al governo e al Parlamento per consolidare la crescita di un settore vitale per lo sviluppo economico e democratico del nostro Paese”.
Se guardiamo al genere dei libri venduti, spicca l'ottima performance della narrativa italiana, che cresce sia a valore (205,9 milioni di euro, +7,3%) che a numero di copie vendute (13,8 milioni, +6,2%) e della non fiction specialistica (+9% a valore per 261,3 milioni di euro e +5,1% a copie vendute per 10,4 milioni). In calo la narrativa straniera sia a valore (251,4 milioni di euro, -1%) che a copie vendute (17,3 milioni, -2,8%). Rallenta un po' la corsa, pur mantenendosi a livelli molto alti, il settore bambini e ragazzi: vendite a valore di 246,7 milioni di euro (+3,4%) e 20,9 milioni di copie (+2,9%).
Secondo gli editori 18App, il bonus riconosciuto a tutti i neodiciottenni per la loro crescita culturale ha giocato un ruolo rilevante: nel 2018 sono stati spesi in libri 132,4 milioni di euro, il 69% della spesa totale. Nel 2019 131,5 milioni, il 66% della spesa totale. Ma il 2020, per gli editori, rimane un'incognita: la dotazione della 18App pari a 290 milioni di euro nel 2018, e che era già stata portata a 240 milioni nel 2019, è stata ulteriormente ridotta a 160 milioni nel 2020: l'impatto sul mercato potrà essere pesante. Tanto più se si assommerà agli effetti delle nuove norme sul prezzo del libro appena approvate dal Parlamento e che graveranno sui lettori e sulle famiglie.