Calano gli occupati in edilizia e, malgrado ciò, a Palermo aumenta il numero degli operai morti sul lavoro. In un quadro in cui l'occupazione diminuisce, con 100.000 disoccupati nel capoluogo siciliano, di cui il 13-14% nel settore, si sono registrati (dato Inail gennaio-giugno 2017) 11 morti sul lavoro, di cui 4 di operai edili. L'ultimo, un operaio caduto da un'impalcatura a luglio, è morto in questi giorni. E c'è un dodicesimo operaio, precipitato anche lui da un'impalcatura in città, ricoverato ancora in gravissime condizioni. Nello stesso periodo dell'anno scorso a Palermo i morti erano stati 7.
Sono alcuni dati forniti durante il direttivo della Fillea Cgil Palermo, che si è svolto il 28 luglio. “In un momento ancora pesante per l'occupazione, stride questo dato drammatico sulla situazione degli infortuni sul lavoro – dichiara il segretario generale della Fillea Cgil Palermo Francesco Piastra –. Su 24 infortuni mortali in Sicilia, 11 si sono registrati a Palermo, quasi il 50%. E 4 vedono al centro lavoratori edili. Avevamo chiesto un confronto con gli enti ispettivi per lanciare una campagna di prevenzione: gli ultimi dati sugli infortuni mortali degli operai edili dicono che in gran parte si tratta di cadute dall'alto, con la stessa dinamica”.
Alla base del proliferare degli incidenti, la mancanza di controlli, l'illegalità, la scarsa prevenzione. “Finora, al nostro appello ha risposto solo l'Inail. In Sicilia, oltre all'annoso problema della carenza del personale ispettivo, grava anche il mancato recepimento della legge nazionale, che ha riorganizzato tali servizi – aggiunge il dirigente sindacale –. Ci sono responsabilità gravissime della politica e del governo regionale, che non si sono occupati della prevenzione degli infortuni e della repressione dei comportamenti irregolari delle aziende”.
Per quanto riguarda la crisi del comparto dell'edilizia, secondo la Fillea, serve con un cambio di passo delle politiche economiche e sociali. “La contrazione degli investimenti pubblici, la mancanza di tutele, sta creando, oltre alla negazione dei diritti, una disoccupazione dilagante – rileva il sindacalista –. Abbiamo chiesto al sindaco di dare continuità alla gestione del Patto per Palermo, i cui tempi attuativi sono lunghi. Si dovrebbe trovare una soluzione per anticipare la messa in cantiere di alcune opere, come quelle del sottopasso di via Perpignano e del ponte Corleone, i cui progetti e i finanziamenti, almeno in parte, risalgono a tanti anni fa. Così come è necessario portare a compimento la discussione del Patto per la legalità e delle clausole sociali, una per tutte quella a favore dei lavoratori ultracinquantenni”.
Fillea, Filca e Feneal stanno portando avanti diverse iniziative per sollecitare lo sblocco di cantieri, a partire dai lavori per le e strade provinciali, finanziati dal patto per Palermo e dal patto per il Sud. “Sulle strade secondarie abbiamo avviato un'interlocuzione con il sindaco Orlando – prosegue il leader Cgil –. Per i progetti previsti nel Patto per il Sud manca ancora la progettazione esecutiva. Bisogna trovare una soluzione per andare avanti in modo tempestivo”.
Un flop per gli edili palermitani si è rivelata inoltre l'Ape social: su 1.500 potenziali aventi diritto a Palermo, da una verifica fatta attraverso i dati della Cassa edile, solo 3 operai ne avrebbero diritto. “Quasi nessuno degli edili ha i 6 anni di continuità lavorativa per l'anticipo pensionistico per i lavoratori di 63 anni. Ciò crea malumore tra gli edili, che si sentono presi in giro. La legge Fornero va riformata, ancor di più perché il settore è enormemente penalizzato”, conclude Piastra.