Le organizzazioni sindacali nazionali Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil della Lombardia hanno organizzato unitariamente, per la mattina di venerdì 31 maggio, dalle 9 alle ore 12, un presidio nei pressi della Regione Lombardia (lato via Galvani n. 27) per rendere visibili i problemi dei settori merceologici di loro competenza. Al centro i temi della crisi dei settori dell’edilizia, del cemento, del legno, dei laterizi manufatti e dei lapidei, per rispondere ai quali è stata elaborata una piattaforma di proposte.

Nel corso della manifestazione prenderanno la parola Walter Schiavella, segretario generale Fillea Cgil, Gigi Pettini, segretario generale Cisl Lombardia, Antonio Del Verme, segreteria Feneal Uil Lombardia.

Feneal, Filca e Fillea hanno chiesto di potersi incontrare, nel corso della manifestazione, con il presidente della Regione Roberto Maroni, con gli assessori e i presidenti delle Commissioni competenti e con i capigruppo delle forze politiche, per esporre le richieste contenute nella piattaforma del settore delle costruzioni della Lombardia.

“L’obiettivo – si legge in un comunicato delle tre sigle sindacali – è di definire un percorso comune che possa portare all’avvio di un tavolo trilaterale: Regione Lombardia e Assessorati competenti, Feneal, Filca, Fillea Regionali, Associazioni Imprenditoriali”.

“Il settore delle costruzioni (edile, cemento, legno, manufatti e lapidei) in Lombardia è stato quello che ha più pagato in termini occupazionali e sociali, con un indebolimento complessivo di un sistema di imprese già fortemente destrutturato, un drastico calo dei consumi, i vincoli del patto di stabilità, le note difficoltà di accesso al credito, un diffuso aumento dell’illegalità e dell’irregolarità del lavoro, delle infiltrazioni criminali, della corruzione pubblica e privata e dell’evasione fiscale”.

“Il settore edile – prosegue il comunicato – è stato quello maggiormente colpito dalla crisi con la fine del modello di espansione basato sul costruire nuove abitazioni. Questo modello è stato alimentato anche dalla riduzione costante dei trasferimenti dallo Stato ai Comuni, che ha orientato questi ultimi a vendere i terreni, incassando gli oneri di urbanizzazione con i quali ottenevano il pareggio di bilancio non sforando i vincoli del patto di stabilità”.

“Nel settore edile in Lombardia siamo passati dall’inizio della crisi (2008) da circa 185.000 lavoratori ai circa 120.000 di oggi: in cinque anni qualcosa come 65.000 dipendenti in meno, con l’indotto che ha visto ridursi i dipendenti di circa 90.000 unità, senza disporre degli ammortizzatori sociali di cui usufruiscono gli altri settori dell’industria”.

“Dai dati dell’Ance Lombardia si rileva che è andato perso, nel quinquennio 2008-2012, il 22,1 per cento della produzione, pari a circa 6,8 miliardi di euro (e il 35 per cento delle imprese)”.

“Anche i settori della filiera delle costruzioni Cemento, Legno, Manufatti-Laterizi e lapidei hanno registrato un pesante rallentamento produttivo”.

“In un panorama sociale ed economico così drammatico – si legge ancora nel comunicato – sono urgenti azioni immediate a sostegno dei lavoratori e delle imprese rispettose delle regole”.

Queste, in estrema sintesi, le proposte che Feneal Filca Fillea Lombardia avanzeranno alla Regione Lombardia:

1) Debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese (previsti 40 miliardi di euro in due anni): dare la precedenza alle imprese a più alta intensità di lavoro.

2) Completare le grandi infrastrutture lombarde: garanzie anche alla Regione Lombardia. Al centro della mobilitazione nella nostra regione le questioni legate a Expo e alla Pedemontana .

3) Adozione di Linee guida per province e comuni in materia di Edilizia pubblica e privata, incentivando la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico.

4) Appalti e qualificazione d’impresa: far crescere in Lombardia un vero settore delle costruzioni.

5) Monitoraggio e regolarità: per favorire in Lombardia le imprese regolari e virtuose

6) Settore manifatturiero:
una politica industriale e del territorio della Regione Lombardia per affrontare nuove sfide che facciano uscire dalla crisi.