“Abbiamo varato piattaforme unitarie in tutti i settori. Per quanto riguarda l'edilizia ci vogliono alcuni mesi per completare un lavoro proficuamente iniziato in direzione di un contratto unico. Per gli altri comparti abbiamo piattaforme importanti sul salario che confermano il sistema basato sui due livelli e sul ruolo forte del contratto nazionale, puntando anche a strumenti come il welfare contrattuale e la bilateralità”. In ogni caso, “contiamo di procedere velocemente portando a casa alcuni rinnovi da qui alla fine dell’anno, in particolare il contratto del cemento”. Il segretario generale della Fillea Cgil, Walter Schiavella, intervistato da RadioArticolo1 (qui il podcast) fa il punto sulla stagione contrattuale che vive in un clima non facile.

Il negoziato dei chimici può costituire un buon esempio

Confindustria non innova – osserva il dirigente sindacale – e punta solo a comprimere i costi e i diritti dei lavoratori per mettere in discussione il ruolo del contratto nazionale, senza mettere in campo nulla che invece aiuti a innovare davvero”. Per questo, a suo giudizio, “bisogna innovare l'intero sistema di relazioni industriali e non soltanto l'ambito contrattuale”. La conclusione positiva del negoziato per i chimici può costituire un buon esempio: “Lo valuto molto positivamente nel merito e nella tempistica: l’unico modo che abbiamo è quello di rinnovare i contratti per garantire che quello nazionale resti l'autorità normativa e salariale, che i minimi salariali nazionali siano inderogabili e determinino una tenuta universalistica del sistema complessivo dei diritti”.

L'obiettivo è anche attenuare l’impatto del Jobs Act con la contrattazione inclusiva: “Penso alla riunificazione del lavoro con la contrattazione di sito, da tempo al centro delle nostre richieste. Su questo punto abbiamo fatto passi in avanti e alcuni tavoli sono in fase avanzata”. Ma nel frattempo “dobbiamo ridefinire un modello innovativo di relazioni industriali adeguato ai tempi: su questo abbiamo il dovere di mettere in campo una proposta Cgil e farlo rapidamente, in parallelo con la stagione dei rinnovi”.

 «La contrattazione territoriale deve essere affrontata in termini proattivi e non difensivi»

La proposta degli edili tiene conto della particolare struttura produttiva: “La nostra categoria su questo terreno ha una lunga esperienza. Da anni affrontiamo la frammentazione del cantiere come realtà produttiva complessa. Se il baricentro si deve spostare sulla contrattazione di secondo livello, e se la struttura produttiva è fatta di piccolissime, piccole e medie imprese, il tema della contrattazione territoriale deve essere affrontato in termini proattivi e non difensivi”.

Così come il welfare contrattuale in rapporto alla situazione previdenziale: “C'è bisogno di coraggio e innovazione. Anche qui abbiamo suggerito una soluzione possibile, quella dell’adesione collettiva, a carico delle imprese, ai fondi di previdenza complementare, sapendo che – e lo dobbiamo sapere anche quando rilanciamo la vertenza pensioni – con le risorse del sistema pubblico non troviamo una soluzione vera per i lavori gravosi. Dobbiamo iniziare a costruire e rafforzare strumenti contrattuali che si affiancano e integrano una modifica della legge Fornero”.