"Il business delle Ecomafie vale quasi 20 miliardi di euro all'anno (19,3 nel 2010). Una torta suddivisa tra 290 clan". Sfiorano in 31.000 (30.824) gli illeciti ambientali accertati ogni anno, pari a 84 al giorno e 3,5 ogni ora (7,8% in più). Questi, in sintesi, alcuni dei dati contenuti nel rapporto Ecomafia 2011 di Legambiente, presentato oggi a Roma alla sede del Cnel.
Secondo il rapporto annuale di Legambiente, i rifiuti pericolosi sequestrati sono stati 2 milioni di tonnellate, l'abusivismo è in crescita con una stima di circa 26.500 nuovi immobili 'illegali', che tradotto in aree 'rubate' significa 540 campi da calcio sottratti. Nel settore dell'agroalimentare le infrazioni accertate arrivano a 4.520. Crescono anche i reati contro la fauna, pari a 5.835 (più 13,2% rispetto all'anno precedente), per un giro d'affari annuale di 3 miliardi.
L'affaire della trafugazione di beni archeologici (l'archeomafia) vale 216 milioni di euro. "L'Ecomafia è come un virus - dice Enrico Fontana, responsabile dell'Osservatorio ambiente e legalita' di Legambiente - che avvelena l'ambiente". Nella classifica dell'illegalità ambientale la Campania con 3.849 illeciti (12,5% del totale, 4.053 denunce, 60 arresti, 1.216 sequestri) è sempre in testa, seguita da Calabria, Sicilia e Puglia (insieme al 45% dei reati). Ma l'ecocrimine aumenta anche in Lombardia.
I reati relativi al ciclo illegale di rifiuti e a quello del cemento (6.922 illeciti e 9.200 denunce) - in cui la Calabria e' prima con 945 illeciti e un abuso ogni 100 metri lungo la costa (Campania seconda con 60.000 case abusive in 10 anni, 16 al giorno) - rappresentano da soli il 41% sul totale.
Ecomafia: Legambiente, fattura 20 mld anno
7 giugno 2011 • 00:00