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23 storie per 23 diritti, in altrettanti video animati e musicati di 30 secondi che saranno diffusi “a puntate”, uno al giorno, su Facebook e Twitter: è la campagna social (chiamata “E tu che diritto sei?”) che lancia la Cgil Toscana all'interno della mobilitazione per la Carta dei diritti universali del lavoro, il nuovo Statuto dei lavoratori proposto dalla Cgil nazionale che vuole estendere diritti e tutele ai lavoratori che oggi non li hanno.
“Dietro i diritti ci sono le vite quotidiane delle persone, e le storie dei video sono quelle che ogni giorno trovano ascolto e assistenza nelle Camere del lavoro e negli Uffici Vertenze - spiega Dalida Angelini, segretaria generale di Cgil Toscana -: lavoratori licenziati illegittimamente, precari senza ammortizzatori sociali, donne che non possono progettare una maternità perché temono di perdere l'impiego, lavoratori a Partita Iva con tante tasse da pagare e pochi diritti da far valere”.
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Ed ecco così che il diritto a vedersi riconosciute le proprie competenze si trasforma nella storia di Kristof, carpentiere provetto che deve sobbarcarsi anche le mansioni e le responsabilità (ma non lo stipendio) di capocantiere, mentre il diritto ad una pensione dignitosa si traduce nella storia di Giada, che fa la cantante e versa in due diversi istituti previdenziali, e il diritto di iscriversi a un sindacato si ritrova in Diego, tipografo che vede lo stipendio arrivare sempre in ritardo.
Ogni video si conclude con la domanda: “E tu che diritto sei?”: l'obiettivo è far capire che i diritti che la Carta si propone di estendere a tutti sono fondamentali nella vita quotidiana di ognuno. “Vogliamo parlare a tutte e tutti, dentro e fuori dalla Cgil - prosegue Angelini -. Pensiamo che sia fondamentale informare le persone che la Carta dei Diritti riguarda tutti noi, dal vicino di casa alla zia lontana, dal giovane migrante alla studentessa, dal pensionato alla neomamma. Le storie che abbiamo immaginato sono storie che parlano di noi, nessuno escluso”.
Nei primi nove video diffusi oggi, 15 marzo, ci sono tra le altre le storie di Irina, che fa la badante ma non ha chiaro il suo orario di lavoro (ha diritto a un contratto scritto con condizioni trasparenti); di Sara, infermiera in un reparto a rischio che ha diritto di lavorare in un ambiente sano e sicuro; di Luca, tecnico del suono che lavora anche 14 ore al giorno (ha diritto al riposo tra un turno e l'altro); di Serenella, dirigente d'azienda che si vede negato il part time per stare col figlio (ha diritto alla conciliazione tra vita professionale e familiare); di Sandra, che rischia di rinunciare a una promozione perché incinta (ha diritto alle pari opportunità).
In Toscana, in una mobilitazione straordinaria, da circa un mese si stanno svolgendo migliaia di assemblee dei lavoratori in cui la Cgil illustra i contenuti della Carta. Da aprile inizierà la raccolta firme per arrivare alla presentazione di un legge di iniziativa popolare entro l'anno. La Carta dei Diritti universali del lavoro, redatta dalla Cgil nazionale in 97 articoli, ha alla base il principio che i diritti (dalla maternità alle ferie, dai permessi agli ammortizzatori sociali fino alla malattia) sono in capo alle persone indipendentemente dal contratto di lavoro che hanno. Diritti che vanno dal compenso equo e proporzionato alla libertà di espressione, dal diritto alla sicurezza al diritto al riposo, dalle pari opportunità alla formazione permanente, dall'aggiornamento costante di saperi e competenze a pensione e ammortizzatori sociali equi.