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La Cgil non smobilita, al contrario torna in piazza e lancia due iniziative a Roma. La prima si tiene oggi (mercoledì 19 aprile): dalle ore 10 alle 18 la confederazione organizza un presidio in piazza della Rotonda (Pantheon), in occasione della votazione al Senato per la conversione in legge del decreto per l'abolizione dei voucher e la reintroduzione della responsabilità solidale negli appalti. Al presidio partecipa il segretario generale Cgil Susanna Camusso.
Dopo il via libera della Camera del 6 aprile scorso, infatti, il testo del decreto recante disposizioni urgenti per l’abrogazione delle disposizioni in materia di lavoro accessorio, nonché per la modifica delle disposizioni sulla responsabilità solidale in materia di appalti, che scade il 16 maggio, è passato all'esame del Senato e oggi andrà in aula per la votazione.
Dal decreto all’approvazione della legge la battaglia per i diritti non si ferma. La sfida della Cgil continua, perché l’obiettivo finale è quello di conquistare la Carta dei diritti universali del lavoro. Per questo motivo, ‘per costruire tutta un’altra Italia’, dando seguito a quanto deciso dagli oltre 1.500 quadri e delegati della Cgil che sabato 8 aprile si sono riuniti al Teatro Brancaccio di Roma, sabato 6 maggio si svolgerà a Roma, dalle ore 14, in piazza San Giovanni Bosco, una grande manifestazione nazionale che sarà conclusa da Susanna Camusso.
La Carta resta dunque l'obiettivo, come ha spiegato Camusso all’attivo dell’8 aprile, “perché vuole riunificare il mondo del lavoro, e permetterà di riannodare i fili di un'identità comune. È questa la nostra più grande soddisfazione”. Così come un obiettivo resta la battaglia contro i licenziamenti collettivi, dato che “cancellare i voucher e reintrodurre la responsabilità negli appalti è importante, ma dobbiamo conquistare anche le tutele che erano presenti nell'articolo 18. Non lo dimentichiamo”. La Cgil, poi, non dimentica che “sugli appalti c'è ancora tanto da migliorare”, e che “cancellare i voucher non vuol dire eliminare del tutto la precarietà”. Per questo “la battaglia non è finita”.
“Abbiamo voglia di festeggiare, ma non ci possiamo fermare”, ha detto Camusso lanciando la manifestazione del 6 maggio: “Saremo tutti insieme per dire che ci piacciono i risultati che abbiamo raggiunto, ma che si può e si deve continuare. Perché la sfida per i diritti rimane in campo”.