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“Le lavoratrici e i lavoratori delle pulizie, dipendenti della Dussmann, operanti presso gli ospedali dell'Asl To1 Città della salute, informano i degenti, i medici, gli infermieri e i visitatori che, a causa della 'dolorosa' perdita di salario e del bonus Renzi, sono a lutto. In questo momento, invitiamo tutti ad effettuare un momento di silenzio in memoria”. L'amara ironia, contenuta nel volantino listato a lutto, non cancella la rabbia delle 400 lavoratrici della Dussmann (multinazionale tedesca fornitrice di multiservizi) che oggi, nell'ambito dello sciopero nazionale, indetto dai sindacati del commercio, hanno dato vita all'ennesima manifestazione di protesta, con un corteo 'funebre' che ha percorso le vie di Torino. Sono partite stamattina dall'ospedale le Molinette, per raggiungere l'Unione industriale, dopo il presidio ad oltranza dei giorni scorsi.
Tra di loro, c'è anche Monica, la sua storia è emblematica e rappresentativa di tante sue colleghe di lavoro: 32 anni, monoreddito, madre di un bambino, attualmente il suo stipendio, con gli assegni familiari è di 1.100 euro al mese, ma ne paga 600 d'affitto. Con il taglio delle ore di lavoro, voluto dalla nuova ditta appaltatrice del servizio, ne prenderebbe 450. All'ospedale Martini, su 110 lavoratrici, 75 sono monoreddito come lei. È da giorni che queste lavoratrici, insieme al sindacato, sono in lotta, dopo l'assegnazione alla Dussmann di nuovi appalti dei servizi di pulizia, sanificazione logistica degli ospedali di Città della salute (Molinette, Sant'Anna, Regina Margherita, Cto) e dell'Asl To 1, con tagli pesanti, dal 30 al 40%.
Come già avvenuto nel 2015 in altri ospedali della ex provincia di Torino (Rivoli, San Luigi, Giovanni Bosco, Maria Vittoria, Chieri), anche nel cuore della metropoli piemontese sono arrivati altri gravi tagli sui servizi nella sanità regionale. Sono tagli che permettono alle direzioni generali dei risparmi di quasi dieci milioni in tre anni. Per una cifra un po' più contenuta, l'assessore regionale Saitta si è impegnato a garantire l'assunzione di nuovo personale nel prossimo triennio per la sanità. “Seguono la filosofia del vecchio governo Renzi - si legge in una nota sindacale -, fanno spending review da una parte, per investire dall'altra. Peccato che non fanno efficienza vera, ma tagliano lavoro vivo per crearne dell'altro da un'altra parte. Alla faccia degli investimenti virtuosi e del miglioramento dei servizi. I tagli che stanno attuando negli ospedali e nei presidi sanitari del Torinese si ripercuotono duramente sui servizi, utili per rendere più puliti e sicuri i nostri ospedali, soprattutto per i pazienti".
Non ci sono grandi efficienze organizzative né grandi investimenti tecnologici né ore di nuova formazione per istruire il personale su nuove metodologie svizzere o finlandesi. Niente di tutto ciò: solo tagli sulle ore degli operatori per fare le stesse cose di prima in minor tempo. Le gare d'appalto - e non è una novità -, sono quasi sempre al massimo ribasso e sulle attività in cui la componente del costo della manodopera è molto alta. Il risultato è che o si comprimono le retribuzioni o si comprimono i diritti. La protesta non si ferma: continuerà lunedì, davanti all'ospedale Martini e in settimana all'Oftalmico.