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“Il lavoro, la scuola, i servizi sociali restano il primo antidoto alla peste mafiosa”. A dirlo è don Luigi Ciotti a Locri, nel corso della celebrazione della Giornata delle vittime innocenti delle mafie (qui il podcast). “Se oggi il male è così diffuso – ha aggiunto –, è perché l'ingiustizia si è alleata con le nostre omissioni. Alcune misure urgenti sono state umiliate insieme alle mafie, il male principale nel nostro Paese resta anche la corruzione”. Per questo, “è urgente approvare la riforma ferma da un anno e mezzo sulla confisca dei beni e rafforzare l'agenzia. Questi beni dobbiamo portarglieli via tutti, ma proprio tutti e quando possibile restituirli alle comunità. Nessun arretramento sulle misure in materia di appalti, nessun compromesso al ribasso sulle intercettazioni per tutelare la verità”. Don Ciotti ha ricordato Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Paolo Borsellino, “i magistrati, ma c'erano anche gli sbirri e quest'anno ricorrono i 25 anni dalle loro stragi. Vi prego non dimentichiamoli, siamo qui perché amiamo la vita. Amiamo questa Calabria, oggi tutti ci sentiamo calabresi e ci sentiamo sbirri".