"La sicurezza non si fa con gli slogan e con la violenza verbale. L’Italia ha un patrimonio di solidarietà che da solo basterebbe a rendere più sicuro e più giusto il nostro Paese". A dirlo è Angelo Summa, segretario generale della Cgil Basilicata: "Nella nostra regione abbiamo più di 1.500 persone nei Cas e circa 350-400 persone accolte negli Sprar. Di questi, 132 provvisti di protezione umanitaria finiranno per strada a causa del dl sicurezza. Se solo si avesse l’attenzione per guardare nei numeri e capire ciò che realmente succede intorno a noi, andando oltre i vacui slogan razzisti che provengono dalle file leghiste, capiremmo che un buon governo dei fenomeni da solo basterebbe a rendere il Paese sicuro, le persone più libere, la vita più dignitosa. Laddove si fa buona accoglienza e funziona la rete Sprar, come i dati dimostrano, c’è senz’altro una relazione positiva tra numero di stranieri presenti in un dato posto e reddito imponibile".
L’entrata in vigore del dl sicurezza "non produce il risparmio preannunciato tanto enfaticamente, se non nella riduzione del numero dei richiedenti asilo, previsione tutta da verificare. Al momento l’unico risultato certo è un aumento degli stanziamenti per espulsioni e rimpatri, difficili da realizzare, oltre al raddoppio dei tempi di trattenimento nei centri di permanenza. Circostanza, quest’ultima, che farà lievitare i costi, decadere i controlli e soprattutto configurare una devastante condizione di disumanità della permanenza".
Summa evidenzia che "in queste ore il dl sicurezza comincia a produrre i propri effetti nefasti e pericolosi, le Prefetture stanno iniziando a espellere dai Centri di accoglienza straordinaria persone titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari, cancellato dalla nuova norma. La beffa è persino doppia se si considera che queste persone non potranno nemmeno essere inserite nella rete del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), fortemente ridimensionato perché aperto ai soli titolari di asilo politico e ai minori. Rendere le persone più deboli e vulnerabili, condurle a una situazione di difficoltà estrema, privarle dei mezzi di sussistenza non ha nulla a che vedere con la sicurezza dei cittadini, ma, al contrario, finirà per produrre maggiore insicurezza sociale".