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“Ancora una volta l'ufficio studi della Cgia di Mestre ci consegna i dati sulla dispersione scolastica rappresentando, così come recentemente hanno fatto Ocse Pisa o il rapporto Save the Children, un Paese fortemente impoverito sul piano del diritto all'istruzione, con un'evidente spaccatura tra Nord e Sud”. Così la Flc Cgil, la federazione dei lavoratori della conoscenza, commenta l’ultima rilevazione della Cgia, diffusa lo scorso 11 gennaio, dalla quale emerge tra l’altro che “a fronte di un dato nazionale pari al 14,5%, nel 2018 in Sardegna il 23% dei giovani ha lasciato la scuola prima del conseguimento del titolo di studio, seguono la Sicilia con il 22,1% e la Calabria con il 20,3% … Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia (entrambe con l'8,9%), Abruzzo (8,8%) e Umbria (8,4%) sono le regioni più virtuose”.
“Siamo di fronte a circa 600 mila ragazzi che hanno abbandonato precocemente la scuola – prosegue la Flc –, un dato che il rapporto intreccia con le opportunità perse dal sistema economico nazionale, affiancandolo ai circa 62 mila giovani che hanno lasciato l'Italia per trasferirsi all'estero. Due volti contrapposti della stessa medaglia: un’incapacità complessiva di valorizzare l’istruzione e di dare all’Italia la possibilità di promuovere le vocazioni e i talenti”.
Per il sindacato “questi dati rappresentano, ancora una volta, la mancanza di progettualità dei decisori politici, che per anni non hanno saputo o non hanno voluto leggere tutte le rilevazioni effettuate sul sistema scolastico. Sulla scuola, sull'università, sulla ricerca è necessario un forte investimento che ne colmi le macroscopiche disuguaglianze, sapendo che l'istruzione non è addestramento, che le professionalità di oggi saranno obsolete già domani e che la capacità di comprendere la realtà, di saperla criticare e cambiare sono le caratteristiche principali di un cittadino responsabile, ancor più che di un lavoratore efficace”.
I dati della Cgil di Mestre rilevano che “le cause che determinano l'abbandono scolastico sono principalmente culturali, sociali ed economiche: i ragazzi che provengono da ambienti socialmente svantaggiati e da famiglie con uno scarso livello di istruzione hanno maggiori probabilità di abbandonare la scuola prima di aver completato il percorso di studi”.
“La ministra Azzolina e il ministro Manfredi, abbiano il coraggio e la consapevolezza di sapere che viviamo un’autentica emergenza - dichiara Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc - che, in tempi di minacciata autonomia differenziata, la scuola e l'università hanno principalmente bisogno di essere più forti e più presenti lì dove il contesto è più deprivato: più strumenti, più personale, più tempo scuola, maggiori finanziamenti al sistema dell’istruzione possono essere la risposta alle complicate condizioni economiche e sociali del nostro Paese”.