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“In Francia si processano i sindacalisti. In Spagna si chiedono otto anni e mezzo di carcere per chi partecipa a una manifestazione nell'ambito di uno sciopero legittimamente convocato. In Gran Bretagna si riscrive il codice del lavoro e si mettono limitazioni fortissime al diritto di sciopero. Persino in Finlandia si riduce il welfare. In tutta Europa è in corso un tentativo di limitare la capacità di iniziativa e di azione del movimento sindacale e questo attacco trova nel diritto di sciopero il primo grande obiettivo”. A dirlo è Fausto Durante, responsabile delle Politiche europee e internazionali della Cgil, ai microfoni di RadioArticolo1.
In particolare in Francia, osserva Durante, “c'è una clima generale molto pesante. La Cgt, il principale sindacato e, probabilmente, la forza sociale di maggiore spessore nell'opposizione alle politiche del governo Hollande, giustamente sta protestando”. Un po' nel silenzio generale il 27 settembre c'è stata una giornata di mobilitazione della confederazione transalpina: nella periferia di Parigi, davanti alla sede del Tribunale, un raduno di militanti e sostenitori ha assistito a un'udienza che riguardava una quindicina di sindacalisti accusati dalla Air France di violenze, minacce e comportamenti offensivi.
Nei prossimi giorni ci saranno udienze analoghe che riguardano otto dipendenti della Good Year licenziati ingiustamente secondo la Cgt, tutti iscritti al sindacato. E in sequenza si apriranno altri processi per casi simili accaduti a Électricité de France e alla Société Nationale des Chemins de fer Français,, le ferrovie francesi. “È la conseguenza – osserva Durante – della partecipazione a picchetti sindacali, scioperi e mobilitazioni. La Cgt sta organizzando nuove proteste per tenere alta l'attenzione di un processo che definisce di 'vera e propria criminalizzazione' delle attività sindacali”.
Quanto all'Italia, “per fortuna – osserva l'esponente della Cgil – non conosciamo questi eccessi giustizialisti e un po' forcaioli. Anche se, pure nel nostro paese si sono usate espressioni di dileggio e di scherno nei confronti del sindacato, salvo poi rendersi conto che, quando si tratta di affrontare i temi che stanno a cuore alle persone in carne e ossa, la mediazione è assolutamente indispensabile”.
Lascia qualche speranza il caso della Grecia. “Deve essere riconsiderato perché può essere un esempio positivo, Il fatto che il governo Tsipras sia riuscito a ristabilire un canale di confronto con le due principali confederazioni greche è sicuramente una buona notizia che supera il mancato confronto degli ultimi anni”.