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Aperta il 28 maggio scorso dal rapporto del Direttore Generale, Guy Ryder, prosegue a Ginevra la 103^ sessione della Conferenza Internazionale del Lavoro, l’assemblea annuale dell’Organizzazione Internazionale del lavoro, Oil-Ilo.
Il 2 giugno i delegati dei 185 paesi membri (2 governativi e 1 ciascuno per lavoratori e imprenditori da parte di ogni paese membro) hanno eletto – con voto segreto – i componenti del Consiglio di Amministrazione, che rimarrà in carica nei prossimi 3 anni, l’organo tripartito di governo dell’OIL.
Dopo 12 anni la Cgil, con Silvana Cappuccio del Dipartimento Politiche Globali (con 111 voti su 127 è risultata la prima dei 19 eletti della lista degli aggiunti), ritorna nel Consiglio di Amministrazione in rappresentanza dei lavoratori italiani, seguendo il criterio di rotazione di due mandati ciascuno tra Cgil, Cisl e Uil.
I lavoratori, come gli imprenditori, eleggono 14 componenti titolari e 19 aggiunti nel Consiglio di Amministrazione. La differenza tra le due tipologie è più formale che sostanziale: solo i titolari hanno diritto di voto, ma poiché l’organismo e l’Oil nel suo complesso lavorano basandosi principalmente sul principio della ricerca del consenso, il voto avviene assai raramente, se non solo per la elezione del Direttore Generale (al momento non prevista, essendo Guy Ryder stato eletto nel 2012).
Intanto, proseguono in maniera serrata i lavori delle Commissioni della Conferenza. La Commissione sull’Applicazione delle Norme ha concluso la sua discussione generale (quest’anno relativa alle convenzioni sulla fissazione del salario minimo) ed ha cominciato ad esaminare i 25 casi – concordati tra lavoratori e imprenditori – di violazione delle convenzioni, pur ratificate, da parte di altrettanti paesi.
Come noto, i lavori della Commissione e il rapporto annuale del Comitato di Esperti, che valuta le modalità di applicazione delle Convenzioni e Raccomandazioni da parte dei governi, sono stati messi duramente sotto attacco da parte degli imprenditori, che negano al Comitato il diritto di interpretare la convenzione 87 sulla libertà di organizzazione anche dal punto di vista della praticabilità del diritto di sciopero. Da due anni a questa parte gli imprenditori hanno tentato in diversi modi di bloccare i lavori del Comitato e della Commissione, durante la Conferenza, e un lungo e difficile processo di discussione e mediazione è in corso nell’ambito del Consiglio di Amministrazione.
Nel corso della riunione di marzo 2014, si è raggiunto un punto di approdo comune sul mandato del Comitato di Esperti. Ma durante la discussione generale in Commissione, alla Conferenza, i portavoce degli imprenditori sono tornati ai toni e ai contenuti di due anni fa, creando un forte allarme e una forte reazione tra i lavoratori e il richiamo – anche da parte del Direttore Generale – al rispetto degli accordi assunti in seno al Consiglio di Amministrazione. Si vedrà nei prossimi giorni – quando la Commissione affronterà i casi “più caldi” – se gli imprenditori avranno un atteggiamento coerente con il percorso di discussione in corso.
Nelle altre tre commissioni la discussione sembra più costruttiva, anche se permangono difficoltà e differenze. Per la discussione ricorrente sulle politiche dell’occupazione è in corso il lavoro del comitato ristretto per la stesura delle conclusioni. Sul lavoro forzato, nonostante le obiezioni anche di alcuni governi europei, sembra acquisita la promozione di un Protocollo che rafforzi gli impegni dei governi nell’applicazione di norme e comportamenti che eliminino ogni forma di lavoro forzato e di tratta delle persone.
Per la prima discussione (sarà finalizzata il prossimo anno) per una probabile Raccomandazione sulla transizione dall’economia informale a quella formale, si sta procedendo, seppur lentamente, a dipanare i diversi problemi e a superare gli ostacoli frapporti dagli imprenditori e da alcuni governi sulla estensione delle forme economiche e di lavoro da includere – e superare – nell’informalità, sulla piena estensione di tutti i diritti sociali e del lavoro, sulle misure che possono favorire, dal punto di vista imprenditoriale, la formalizzazione delle attività economiche, senza ledere norme e diritti fondamentali e universali. Un punto di particolare delicatezza riguarda le indicazioni da dare per il superamento del lavoro informale nei settori formali e, in particolare, nei settori pubblici.
I lavori delle Commissioni proseguiranno per tutta la settimana, mentre lunedì 9 giugno avrà inizio l’assemblea plenaria, con gli interventi dei delegati e dei ministri del lavoro. Al momento, non è prevista la presenza del ministro Poletti.