Pubblichiamo di seguito la lettera di risposta del segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, alla lettera della segreteria della Cgil Nazionale.
Care compagne e cari compagni,
in primo luogo sembra preoccupante che per far sentire la nostra voce nei luoghi dove le condizioni di lavoro sono più difficili o dove è messa a rischio la legalità sia necessario organizzarci un direttivo nazionale. Anzi, a essere sincero e se volessimo discuterne davvero fin in fondo, mi chiedo se un direttivo nazionale possa bastare per essere concretamente vicini ai lavoratori che ce lo chiedono, perché questo modo d'avvicinarci a loro forse interroga i limiti della nostra pratica quotidiana. E a questo proposito, se vogliamo prendere sul serio le motivazioni che voi portate per la convocazione del prossimo direttivo all'Expo di Milano, vi chiedo perché mai non ci siamo ancora convocati, ad esempio, davanti alla Fca di Pomigliano dove i diritti sono calpestati ogni giorno e in via permanente, o all'Eni di Priolo dove si muore di lavoro, nei campi agricoli gestiti dal caporalato o a una delle tante scuole che di recente si sono mobilitate contro la cosiddetta “buona scuola” del governo. E l'elenco potrebbe essere infinito. In secondo luogo non mi sembra abbiate risposto alla principale obiezione che vi ponevo, che detta in parole semplici suona così: perché mai un dirigente della Cgil deve essere finanziato per visitare l'Expo e non si paga quella visita da solo, se vuole farla? Perché di questo si tratta, di una visita in orario di lavoro. Un lavoro pagato con i contributi degli iscritti.
Cari saluti.
Maurizio Landini