"A Roma e nel Lazio sono circa 400.000 i dipendenti pubblici. Un numero significativo, come significative sono le mansioni che essi svolgono con competenza e professionalità. Il loro contributo è molto importante per lo sviluppo della città. Tuttavia, a causa del blocco del contratto nazionale, non sono entrati nelle tasche di questi lavoratori circa 5 miliardi. Se così fosse stato, l'economia del nostro territorio ne avrebbe certamente tratto beneficio, avrebbe ricominciato a girare". Così il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Claudio Di Berardino, intervenuto anche a nome del segretario generale della Cisl del Lazio, Andrea Cuccello, e del segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Alberto Civica, all'assemblea-attivo, promossa oggi dalle federazioni regionali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa di Roma e del Lazio in Campidoglio.
"Se si vuole davvero operare un rinnovamento – ha proseguito il dirigente sindacale –, non si può pensare di agire senza fare riferimento al welfare, ai servizi pubblici, alla scuola, alla sanità: non ci sarà alcun rinnovamento senza la contrattazione. Occorre, poi, sboccare il turn over per poter dare risposte ai vincitori dei concorsi e ai tanti precari, e lavorare per eliminare una volta per tutte la conflittualità che esiste fra l'amministrazione comunale, i dipendenti capitolini e le organizzazioni sindacali, sia sul fronte del salario accessorio, sia riguardo ad Ama e alle altre aziende municipali. A tale proposito, va modificata la delibera con cui l'ex amministrazione comunale ha scelto di procedere alla privatizzazione di Ama".
"La manifestazione nazionale del 28 novembre – ha concluso l'esponente Cgil – è un appuntamento importante, non solo per rivendicare il rinnovo del contratto, ma anche per restituire dignità al ruolo del pubblico nel nostro territorio. Mai come in questo momento, bisogna marciare compatti. Solo attraverso l'unità sindacale sarà possibile costruire un vero cambiamento e il futuro".