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Soluzione in vista per la vertenza sul salario accessorio che riguarda i 24.000 dipendenti del Comune di Roma. Al termine di una maratona di 17 ore, sindacati e Campidoglio hanno trovato una prima intesa di massima che per ora però è solo verbale: “Siamo riusciti ad arrivare a una sintesi rispetto alle posizioni iniziali – ha detto stamattina Natale Di Cola, segretario generale della Fp Cgil di Roma e Lazio ai microfoni di Radioarticolo1 (qui il podcast) –. Siamo in attesa di avere il testo definitivo su cui poter dare un giudizio complessivo e poi lasciare la parola ai lavoratori. Quello che è certo è che siamo entrati in una fase completamente diversa. Il nuovo contratto che ci è stato prospettato è davvero un'altra cosa rispetto all'atto unilaterale che aveva emanato in precedenza l'amministrazione”.
“Siamo riusciti a fare in modo – ha aggiunto il sindacalista – che il salario accessorio sia legato a obiettivi di produttività realmente esigibili e a fattori realmente oggettivi”. Questo aspetto vale per tutti i dipendenti del Comune di Roma. Poi ci sono specificità che riguardano alcuni lavoratori. “Per il settore educativo – ha proseguito – siamo riusciti a fermare una riforma del settore unilaterale. Si aprirà un confronto per rilanciare il settore. Tengo a sottolineare che da subito la Cgil ha spinto per rilanciare il settore educativo scolastico che è uno dei settori più importanti per i cittadini. Oltre ai temi contrattuali e organizzativi, ce ne sono altri legati a qualità, sicurezza, formazione e utilizzazione degli spazi che l'amministrazione non ha mai voluto affrontare. Al tavolo, finalmente, si discuterà anche di questo”.
Nonostante quello che è apparso un po’ strumentalmente sulla stampa, per Di Cola, “il clima della discussione tra i lavoratori è stato positivo. Per la prima volta abbiamo la possibilità di dare certezze al salario dei dipendenti che, vogliamo ricordare, in queste ore stanno subendo l'oltraggio di un atto unilaterale che, se non fermato, non solo li impoverirebbe, ma li metterebbe in condizioni di lavoro veramente difficili”.
“Il nostro atteggiamento rispetto all’amministrazione – ha detto ancora il sindacalista –, è quello di fare proposte per migliorare i servizi, aumentare l'offerta e renderla più efficace. Ad esempio, secondo noi bisognerebbe arrivare al superamento della classica fila allo sportello e immaginare meccanismi di prenotazione. Tuttavia per migliorare i servizi bisogna formare i lavoratori, avere gente motivata e, soprattutto, personale in quantità adeguata. Al Comune di Roma assistiamo negli anni a una moria di personale. Non si possono fare le nozze coi fichi secchi. E invece: aumentano cittadini e richieste, diminuiscono i dipendenti, i salari sono sempre al palo e gli investimenti in nuove tecnologie arrancano”.
In questi mesi il rapporto con l’amministrazione capitolina non è stato dei migliori, “ma noi speriamo vivamente – ha spiegato ancora Di Cola – che questa trattativa faccio segnare un cambiamento. Siamo stufi di vedere un'amministrazione capitolina che umilia i lavoratori. Mi riferisco alle vicende dei vigili romani a Capodanno, la ‘corsa’ ai licenziamenti, il ripetere continuamente che i lavoratori percepiscono emolumenti illegali. Tutto questo mi risuona ancora nelle orecchie e fa male. Una cosa deve essere chiara: senza il consenso di chi deve portare avanti i progetti, i progetti non si possono realizzare. Per avere successo bisogna coinvolgere, convincere e far partecipare i lavoratori”.
La tempistica della vertenza deve comunque andare avanti celermente: “Oggi – ha concluso Di Cola – dovremmo avere i testi. Nei primi giorni della prossima settimana ci sarà la riunione finale e poi si andrà a consultare i lavoratori. Il tutto va concluso entro il mese. Noi siamo convinti che se le parole dette saranno confermate, l’esito sarà positivo. Poi però, fatto l'accordo, bisognerà far vivere il contratto e sarà una fatica perché è molto diverso da quello precedente e ci vorrà un po' di umiltà e saggezza da parte di tutti. Perché le tanto declamate rivoluzioni si fanno con le idee chiare e con il coinvolgimento dei lavoratori”.