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"Ha ragione il ministro Poletti quando dichiara che il contenzioso lavoristico nel nostro Paese è precipitato. Crolla non per la giustezza delle riforme, ma perché i diritti dei lavoratori sono stati ridotti e i processi del lavoro sono sempre più costosi e complicati”. Così la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti.
Per la dirigente sindacale “è un risultato che è stato raggiunto, in gran parte, sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori, a causa della riduzione dei diritti, art. 18, demansionamenti, controlli a distanza, e per il costo sempre più elevato dei processi del lavoro e per la loro complessità”. “Processi costosi poichè il contributo unificato viene esteso alle cause di lavoro e in caso di soccombenza le spese dovute sono ingenti, complicati - aggiunge - perché operano numerose decadenze processuali”. “Nella nostra esperienza vertenziale - prosegue - appare chiaro come a fronte dei rischi e dei costi sia altamente improbabile che i lavoratori scelgano la via giudiziale e optino invece per le soluzioni conciliative”.
“Per queste ragioni - conclude Scacchetti - abbiamo dedicato alcuni articoli della nostra 'Carta dei diritti universali del lavoro' al tema della tutela processuale, affinché i diritti sostanziali riconosciuti ai lavoratori possano essere effettivamente esigibili”.