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Un paio di settimane fa il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha detto che ci aspetta "un autunno caldo". Nei giorni seguenti il premier Mario Monti e il superministro Corrado Passera hanno corretto un po' il tiro, aggrappandosi a un briciolo di ottimismo sulla "luce in fondo al tunnel" della crisi, sorretti dai giudizi, una volta tanto positivi, dalle agenzie di rating. Ma intanto parlano i dati che, purtroppo, sembrano confermare i timori della titolare del Welfare. Basta mettere insieme le cifre sulla cig in alcun regioni del Centro Nord per capire come la stagione che si apre non sarà affatto facile. Dalla Lombardia all'Umbria, territori fondamentali per il manifatturiero e per buona parte del Pil nazionale, i dati sono pressoché identici: è boom della cassa integrazione. Ripartire dopo le ferie (per chi ha avuto la fortuna di andarci) non sarà una passeggiata.
LOMBARDIA. I dati Inps rielaborati dalla Cgil confermano una crescita della cassa del 6% rispetto ai primi sette mesi del 2011. Aumenta quella in deroga (22%) e l'ordinaria (56%), mentre si riduce del 32% la straordinaria. La variazione di luglio su giugno segna un aumento del 13%, mentre quella tendenziale (cioè sullo stesso mese dell'anno scorso) è del 16%. I dati sui licenziamenti dell’osservatorio Cgil confermano un preoccupante aumento. Da gennaio siamo già arrivati a quota 37.305, con una crescita del 25% sul 2011. Ci sono stime che indicano una perdita, in questi 3 anni, di circa il 25% del tessuto produttivo. La stessa cassa integrazione, in aumento a luglio, è lo specchio della caduta della domanda e della produzione industriale, nonché delle oscillazioni di un mercato ancora soggetto alla crisi. Tutti i settori registrano tassi di crescita della cassa e tutte le province sono coinvolte dalla crisi. Il tasso di disoccupazione lombardo è in crescita continua e ormai ha ufficialmente superato il 7%.
EMILIA ROMANGNA. Sono circa 60mila i lavoratori finiti in cassa integrazione, per un totale di 47 milioni di ore, oltre ai 39mila sospesi dal lavoro. A tracciare il bilancio, tra crisi e terremoto, è Antonio Mattioli, responsabile delle Politiche industriali e contrattuali della Cgil regionale. Il ricorso agli ammortizzatori sociali per i primi sette mesi del 2012, che non comprendono ancora quelli attivati per il sisma, confermano l'andamento del 2011. Solo a luglio sono state usate 8,5 milioni di ore (28 milioni nell'industria, 6 nell'edilizia, 3,5 nell'artigianato, 9,5 milioni di ore nel commercio). Cifre che, però, non tengono conto delle migliaia di lavoratori espulsi dai cicli produttivi e quelli a termine che non hanno visto confermato il loro impiego o incarico. Secondo la Cgil, solo nei primi mesi di quest'anno sono oltre 15mila coloro che hanno perso il posto. Né l'export sembra poter attutire i problemi.
TOSCANA. I dati della cassa relativi a luglio segnalano un'impennata impressionante in valore assoluto (oltre 6 milioni di ore nell'ultimo mese), riportando il segno più sul totale dei primi sette (+4,39%). Sono infatti 29,7 milioni le ore di cassa autorizzate dall'Inps, a fronte delle 28,5 dell'analogo periodo del 2011. In particolare, aumenta del 4,5% la cassa ordinaria, poco oltre i 6,5 milioni di ore, cala del 2% sotto i 12 milioni di ore quella in deroga, s'impenna del 12,60%, oltre le 11,2 milioni di ore, la straordinaria, frutto delle crisi strutturali di carattere industriale. Pur in un andamento difforme che vede le provincie dell'area della Toscana centrale, che più di altre hanno pagato negli scorsi anni reggere meglio questa nuova ondata della crisi, con province come Pistoia e Prato in calo per quel che riguarda la cassa, di percentuali a due cifre (-17 e 11% rispettivamente) è il dato sulla straordinaria che preoccupa maggiormente. Alcuni territori colpiti da processi marcati di deindustrializzazione, registrano inevitabilmente dati molto pesanti sulla cig; è il caso di Livorno (+43%), Massa (+22%), Siena (+48%), Lucca (+75% con dati molto negativi su edilizia e carta).
UMBRIA. "L’ottimismo è sano e positivo ma solo se è suffragato da fatti e da azioni. Quello propinato a piene mani dal presidente del Consiglio Monti durante l’inaugurazione del meeting di Rimini prescinde totalmente dalla situazione concreta del paese". Così Mario Bravi, segretario della Cgil regionale. Anche qui il principale problema resta il lavoro. "I dati che abbiamo di fronte per la prossima ripresa dell’attività produttiva sono drammatici", osserva Bravi. "Abbiamo 29.469 lavoratori coinvolti dalla cig, di cui 14.735 a zero ore. Dilaga il ricorso alla cassa integrazione in deroga, mentre nella nostra regione restano aperte vertenze fondamentali, da cui dipende anche il futuro industriale di questo paese. Parliamo del destino del polo siderurgico ternano e degli acciai speciali, del polo chimico e dell’accordo di programma per l’Antonio Merloni di Gaifana, vicenda che, contrariamente a quello che scrivono molti organi di stampa a livello nazionale, è tutt’altro che conclusa o avviata a risoluzione". Come se non bastasse, "è utile ricordare che nell’ultimo periodo, solo nell’edilizia in Umbria abbiamo perso circa 6mila posti di lavoro, il tasso di occupazione è sceso drasticamente e si vanno allargando sempre di più i fenomeni di impoverimento di una parte sempre più rilevante della nostra popolazione".