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L’Agenzia per la coesione territoriale ha presentato il Programma operativo nazionale città metropolitane 2014-2020 (Pon metro) che, nel quadro delle strategie di sviluppo urbano sostenibile per la programmazione 2014-2020, supporta le priorità di intervento dell’Agenda urbana individuando nelle città dei territori chiave per cogliere le sfide di crescita intelligente, inclusiva e sostenibile poste dalla strategia Europa 2020.
Il programma è rivolto alle aree metropolitane di Torino, Genova, Milano, Bologna, Venezia, Firenze, Roma, Bari, Napoli, Reggio Calabria, Cagliari, Catania, Messina e Palermo. Si focalizza sui primi due driver previsti per l’Agenda urbana nazionale per i fondi comunitari 2014-2020 (applicazione del paradigma “Smart city” per il ridisegno e modernizzazione dei servizi urbani; promozione di pratiche e progetti di inclusione sociale per segmenti di popolazione e quartieri in maggiori condizioni di disagio), non intervenendo nei campi di azione di altri obiettivi tematici che saranno oggetto dell’Agenda urbana dei programmi operativi regionali o che troveranno in altre iniziative nazionali possibile fonte di programmazione e copertura finanziaria.
Il programma, quindi, si concentra su alcuni tra i risultati attesi previsti dall’obiettivo tematico 2 “agenda digitale”, dall’obiettivo tematico 4 “Transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori” e dall’obiettivo tematico 9 “Inclusione sociale”.
In altri termini, il pon “Città metropolitane” si concentra sull’applicazione del paradigma della smart city attraverso l’applicazione di soluzioni “intelligenti” per migliori servizi urbani, intesa non solo in senso tecnologico, che costituisce, infatti, un ambito unificante delle questioni che le diverse città si trovano ad affrontare e, insieme, caratterizzante la responsabilità primaria di governo urbano. Inoltre il programma intende dare un segnale di attenzione alla questione della coesione interna delle città favorendo interventi nella manutenzione dell’infrastruttura sociale di base, promuovendo l’inclusione per i segmenti di popolazione più fragile e per aree e quartieri disagiati.
Tra i risultati attesi dall’agenda digitale: offrire ai cittadini del 70% dei comuni delle aree metropolitane servizi digitali interattivi; rendere interoperabili i sistemi informativi di 678 comuni.
Per ciò che concerne la sostenibilità urbana: convertire 92.000 punti di illuminazione alla tecnologia led riducendo i consumi di 18GWh/Kmq di superficie comunale equivalenti a 1,9 milioni di tonnellate emissioni di CO2; calo dei consumi energetici primari annuali degli edifici pubblici (2,2 Gwh/anno) mediante la ristrutturazione e la riconversione energetica di 38.000 mq. di superficie di edifici pubblici; creare oltre 200 km di piste ciclabili. Infine gli interventi sul sociale: abitazioni ottenute da riqualificazioni di spazi urbani, destinate a 1.800 persone senza fissa dimora; 2.270 alloggi aggiuntivi riabilitati per destinarli ad altrettante famiglie in condizioni di disagio abitativo; attività socio-economiche di accompagnamento per 485 persone su 18.000 appartenenti a comunità emarginate, risanamento di oltre 2.250 spazi e 35.000 mq. per attività finalizzate al conseguimento di obiettivi sociali.
La dotazione finanziaria è pari a oltre 892 milioni di euro: 588 milioni di risorse comunitarie (446 a valere sul fondo di sviluppo regionale e 142 sul fondo sociale europeo), cui si aggiungono 304 milioni di cofinanziamento nazionale.
Nella corso della presentazione è stato posto l'accento sul cambio di prospettiva nel rapporto diretto tra governo e città metropolitana per costruire l’agenda urbana partendo dal basso, attraverso la co-pianificazione e co-progettazione che parte dalle città, alle quali vengono chiesti dossier con segnalazioni di priorità, consentendo l'attivazione degli interventi nel momento in cui arrivano le risorse. Prima il governo attraverso le regioni metteva a disposizione un bando e successivamente i comuni cercavano di indirizzare le proprie strategie per renderle conformi. Sarà da monitorare la relazione tra interlocuzione nazionale e locale e la complementarietà tra gli interventi del pon metro e quelli dell’agenda urbana sostenuti dai programmi regionali e dai programmi operativi nazionali che intervengono su obiettivi tematici rilevanti, per i driver individuati dal pon metro. Questo per sostenere specifiche e determinate azioni prioritarie che devono comporre una strategia nazionale unificante per i comuni capoluogo delle 14 città metropolitane.
Tratto da «Politiche Abitative. Newsletter della Cgil nazionale, area Welfare».