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Stato di agitazione di tutto il personale civile della difesa. È quanto si legge in una lettera della Funzione pubblica Cgil e della Uil Pa indirizzata in data odierna alla titolare del ministero della Difesa, Roberta Pinotti. “Al centro della mobilitazione, che prenderà le mosse nei prossimi giorni su tutto il territorio nazionale, la salvaguardia e la tutela delle posizioni delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti”, scrivono i sindacati.
A partire dalle pessime e tuttora irrisolte condizioni economiche e lavorative di una platea di lavoratori pari a circa 27 mila unità appartenenti al personale civile delle aree funzionali della Difesa, “diversi sono gli obiettivi mancati di cui si ritiene responsabile la Ministra Pinotti, poiché sulla soluzione di questi si era impegnata in prima persona al termine di una riunione appositamente convocata con le rappresentanze sindacali confederali nel mese dicembre del 2015 - proseguono i sindacati - come poi successivamente confermato per iscritto con nota del Suo Gabinetto”.
Le questioni ritenute “davvero rilevanti per le sorti dei lavoratori civili della difesa rimaste ancora purtroppo in sospeso sono davvero troppe - continuano le sigle sindacali nella lettera - questioni alle quali la ministra Pinotti è chiamata ora a rispondere senza indugiare o dilazionare ulteriormente i tempi di risposta”.
Preoccupano non poco, aggiungono le sigle sindacali, “soprattutto per gli attuali e futuri livelli occupazionali, le politiche industriali concepite con il Libro bianco per la sicurezza internazionale e la difesa' messe in campo in particolare sugli arsenali militari, che allo stato attuale rafforzano la nostra convinzione circa la reale intenzione della difesa di privatizzare l'intera area tecnico-industriale”.
Una situazione esplosiva a dir poco “inaccettabile - conclude la denuncia della Fp Cgil e della Uil Pa -, aggravata dall’attuale stato di assoluta inerzia e dall’ingiustificabile immobilismo dell’azione politica, oltre che dal silenzio assordante manifestato dalla titolare del dicastero della difesa".
Per queste ragioni, chiudono i sindacati, “proclamiamo lo stato di agitazione nazionale di tutto il personale civile della difesa, e la conseguente sospensione di tutte le attività e contrattazioni, dando avvio a una dura mobilitazione su tutto il territorio nazionale per la tutela e la difesa delle posizioni di tutte le lavoratrici e i lavoratori civili della difesa”.