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“Difendiamo il modello di accoglienza della Toscana e di Riace e contrastiamo il Decreto Sicurezza approvato dal Consiglio dei Ministri”. Lo ha detto Paola Galgani aprendo i lavori del IX Congresso della Cgil di Firenze, iniziato oggi, 18 ottobre.
“Le due circolari della Prefettura di Firenze – ha detto la segretaria generale della Cgil Firenze nella sua relazione introduttiva - rivolte ai gestori dei centri di accoglienza per imporre un fascia oraria di dodici ore in cui gli ospiti non possono uscire dai centri e l’apertura della corrispondenza solo in presenza degli operatori, altro non sono che il segno tangibile dell’idea del Governo sul tema dei migranti. Per noi il lavoro è un collante della tenuta democratica del nostro Paese di fronte alla sempre più rapida diffusione di istinti xenofobi, di presenze fasciste, di una rabbia sociale che si rivolge troppo spesso verso il più debole o il diverso”.
Galgani è intervenuta di fronte a una platea di 261 delegati. Sono seguiti i saluti degli ospiti (tra cui il sindaco Dario Nardella, il presidente della Camera di Commercio Leonardo Bassilichi, il segretario Cisl Roberto Pistonina e Paola Vecchiarino della Uil); nel pomeriggio spazio al dibattito (molti lavoratori tra gli oratori). Stamani ha portato il proprio saluto al Congresso fiorentino anche Filippo Ciavaglia, segretario Cgil Perugia, con cui la Cgil fiorentina sta cooperando per la ricostruzione post terremoto a Norcia.
Il programma di venerdì 19 ottobre prevede: in mattinata dibattito, alle 15 intervento di Vincenzo Colla (segreteria Cgil nazionale), in seguito votazione dei documenti congressuali ed elezione delle cariche locali.
I congressi fiorentini si sono svolti all’interno di di 1.897 assemblee nei luoghi di lavoro e nelle categorie: il primo documento congressuale (“Il lavoro è”, presentato dalla maggioranza) ha visto il favore del 97,7%, il restante è andato al secondo documento (“Riconquistiamo tutto”); a novembre, al termine dei Congressi delle Camere del lavoro, si svolgerà il Congresso della Cgil Toscana, a gennaio prossimo quello della Cgil nazionale. In occasione del Congresso fiorentino, è prevista la visita di un esponente del sindacato brasiliano Cut.
Di seguito la sintesi della relazione tenuta da Galgani.
Il giudizio sul Governo
Se la maggioranza che sostiene il Governo vuole dare un segnale concreto di cambiamento nelle politiche sul lavoro, metta nell’agenda dei lavori parlamentari la Carta dei Diritti proposta dalla Cgil. Insieme a Cisl e Uil abbiamo valutato negativamente l’impianto del documento di Economia e Finanze proposto dal Governo. Mancano completamente interventi sul lavoro, per la creazione di nuova occupazione e per la sua stabilità e la sua sicurezza. I provvedimenti fiscali proposti aumenteranno il divario fra ricchi (che pagheranno molte meno tasse) e i poveri (che avranno molti meno servizi). La proposta sulle pensioni merita una verifica perché ulteriori vincoli a quota 100 a 62 anni smonterebbero il provvedimento. Il reddito di cittadinanza ha contorni ancora indefiniti. Si continua ad alimentare le disuguaglianze che accrescono l’insicurezza sociale del presente e l’incertezza del futuro, sentimenti che alimentano la spirale di rabbia, di odio e di paura. La diffusione di una cultura populista, e non popolare caro Presidente del Consiglio, è insieme il segnale di una profonda crisi democratica e della mediazione politica e sociale.
I rapporti con le istituzioni locali
Ci vogliamo confrontare con le nostre controparti e con le istituzioni sul modello di Città Metropolitana che vogliamo. Abbiamo iniziato a farlo partendo dalla concretezza dei bisogni dei territori, con un primo patto territoriale sottoscritto nell’Empolese Valdelsa a cui credo ne debbano seguire altri. Il prossimo anno si voterà anche a Firenze città e in più di 30 comuni della Città Metropolitana. Porteremo le nostre ragioni, la nostra idea di città e di modello di sviluppo nel dibattito politico anche in vista delle prossime amministrative. Senza sostenere questo o quel partito o partecipare a cartelli elettorali. La nostra autonomia è un bene prezioso così come i nostri valori. La Cgil affonda le sue radici nei valori della sinistra e per questo rifiutiamo ogni avvicinamento con forze populiste, sovraniste, razziste e fondamentalmente fasciste. Per questo, Sindaco Nardella, vorrei invitarti in questa tua iniziativa ‘Uscio e bottega’ a fermarti ad ascoltare anche le lavoratrici e i lavoratori che permettono a quelle botteghe, piccole e grandi, di garantire servizi ai cittadini e ai turisti e che lavorano in condizioni spesso precarie sia per i diritti che per il reddito. Le Amministrazioni hanno sempre dimostrato attenzione alle tante vertenze del territorio, sostenendo le lotte dei lavoratori per difendere i posti di lavoro anche facendosi promotori e facilitatori di soluzioni utili al mantenimento dei siti produttivi. Alcune vertenze hanno ottenuto risposte importanti come la Bekaert: ora serve l’impegno di tutti per la reindustrializzazione di quel sito produttivo. Altre invece non hanno avuto lo stesso esito pur in presenza di competenze del lavoro e qualità delle produzioni: penso alla Seves che rimane una ferita ancora aperta per questa città. Sappiamo che lo stabilimento è stato acquisito: non si produrranno più mattoni in vetrocemento ma accessori per un settore importante per questo territorio. Ci sono ancora lavoratrici e lavoratori che non hanno un’occupazione e che non hanno il diritto alla pensione: vanno formati, certo, ma non possiamo accettare che le imprese nel loro complesso non si assumano la responsabilità ‘sociale’.
Il turismo
15 milioni di turisti di cui 10 solo a Firenze Città, con circa 40mila lavoratori diretti: è un turismo che invade, mangia e beve la città, che svuota il centro dai residenti, favorendo la rendita e competendo sullo sfruttamento del lavoro, spesso femminile; un lavoro instabile, a volte a giornata, poco retribuito, con poche tutele. Noi pensiamo che questo sviluppo non sia sostenibile: per questo chiediamo di affrontare con coraggio, a partire dalle rappresentanze delle imprese, il tema degli appalti nei servizi per turisti, nelle grandi strutture ricettive come negli appartamenti privati e di come le amministrazioni possono intervenire sulla rendita, prendendo ad esempio le buone politiche di alcune città italiane ed europee, da Bolzano a Barcellona. Sappiamo che c’è bisogno di intervenire anche sulle norme nazionali: sosteniamo con forza la modifica delle norme sul commercio per ridare alle amministrazioni, con la contrattazione fra le parti, il loro ruolo di programmazione e di governo.
La manifattura
Coloro i quali consideravano la manifattura un orpello del passato oggi debbono fare i conti con il fatto che, se il nostro Paese è riuscito ad agganciare i sottili fili della ripresa (ancora debole), lo deve in gran parte al successo del nostro export e alle esportazioni manifatturiere. E' bene a questo proposito sottolineare che tra le quattro regioni italiane che lo hanno trainato c'è la Toscana. Questo risultato non sarebbe stato possibile senza il contributo di Firenze. Il nostro territorio si attesta infatti al primo posto per valore aggiunto pro capite (65,1) con circa 5 punti sopra la media nazionale (60,6) e con un risultato analogo nel numero degli occupati ogni 100 abitanti (49,2%), di quasi 9 punti sopra la media italiana ferma al 40,3: cresce anche l’occupazione di circa 10.000 unità. Abbiamo un apparato produttivo certamente polarizzato, ma al suo interno c'è una componente reattiva e dinamica che ha saputo reagire alla crisi accettando la sfida competitiva con investimenti, innovazione, internazionalizzazione intelligente. Dazi, barriere e rigurgiti sovranisti rappresentano un rischio mortale per la nostra economia. Abbiamo letto con preoccupazione i dati di Banca d' Italia sull’utilizzo dell'iper ammortamento previsto per l'acquisto di tecnologie abilitanti previsto dal piano di Industria 4.0. Dati che vedono purtroppo la Toscana collocata al di sotto della media nazionale. Leggiamo in questo il rischio che la nostra regione ed il nostro territorio perdano un'occasione decisiva. Ed è per questo che vogliamo lanciare da qui una proposta alle controparti datoriali, a partire da Confindustria, per realizzare al più presto un accordo che definisca i criteri per l'accesso al credito d'imposta per la formazione dei lavoratori e delle lavoratrici sui temi della digitalizzazione.
La cura del ferro
I lavoratori che costruiscono le infrastrutture per la mobilità delle merci e delle persone sono precari per condizione; troppo spesso non si vedono riconosciuti diritti fondamentali, a partire dal salario, in una competizione al massimo ribasso che danneggia i lavoratori, le imprese ma anche la qualità delle opere. Abbiamo fatto importanti accordi per contrastare questo fenomeno: il Protocollo sugli Appalti di lavori e di servizi in Città Metropolitana che dobbiamo sottoscrivere anche nelle singole stazioni appaltanti a partire dal Comune di Firenze ma anche nelle società a proprietà pubblica. Oppure il Protocollo “Cantiere trasparente” siglato durante i lavori della tranvia. Ecco, noi insieme ai lavoratori e alle lavoratrici di quelle aziende chiediamo l’allungamento delle tramvie alle zone industriali. Per noi la ‘cura del ferro’ deve essere una scelta strategica prioritaria.
Utilities e sanità
La sanità ha bisogno di essere finanziata, la riorganizzazione sanitaria in Toscana vede ancora troppa debolezza nel territorio, nella prevenzione e nel post-acuzie. I servizi pubblici sono asset strategici per i cittadini ma anche per le imprese: pensiamo che esattamente come l’acqua, anche l’energia debba rimanere pubblica per decidere gli interventi e gli investimenti. Per questo riteniamo sbagliata la scelta di ‘regalare’ le quote pubbliche di Toscana Energia. Così come pensiamo che questo territorio debba investire sugli impianti esistenti per la trasformazione dei rifiuti, chiudendo il ciclo che altrimenti renderebbe meno efficace lo sforzo per raggiungere alti livelli di raccolta differenziata.
Alternanza scuola-lavoro
La scuola è un presidio democratico e luogo di integrazione e solidarietà. Possibile che questa fondamentale funzione sia perseguita con personale precario troppe volte non preparato a svolgerla nella complessità del nostro tempo in strutture poco sicure o poco accoglienti? E davvero pensiamo che insegnare ai nostri ragazzi che il lavoro è gratuito attraverso un uso improprio dell’alternanza scuola-lavoro sia utile alla società e alle imprese? Contrattiamo le modalità con cui un importante strumento di formazione sia davvero tale. Serve poi un servizio pubblico educativo all’altezza con tariffe accessibili gli asili nido.
Città metropolitana e aeroporto
Il sistema delle autonomie locali ha vissuto anni di grande incertezza, con riforme, come quella delle Province, fatta dando per scontato l’esito positivo del referendum del 4 dicembre 2016. La sua bocciatura non può che riaprire un intervento sulle autonomie a partire dalle Regioni e dalle Città Metropolitane. Sottolineo solo a titolo esemplificativi due elementi fortemente critici: i vincoli di destinazione del Fondo Sanitario Nazionale e la possibilità di trattenere il plus di risorse tributarie in loco. Due questioni che possono minare la struttura dello Stato e che alimentano quella cultura populista a cui ho già accennato. Vi sono conflitti che riguardano le grandi scelte infrastrutturali con forti tensioni proprio tra centro e periferia, a partire dal nuovo progetto di aeroporto ma non solo. Un governo comune è necessario per trasformare i conflitti in opportunità, attraverso il riconoscimento di reciproci interessi e in una logica partecipata che consenta una collettiva assunzione di responsabilità. Così come è necessaria una regia su fusioni, gestioni associate e unioni dei comuni che sono ad oggi lasciate solo alle valutazioni e opportunità dei singoli amministratori.