Paolo Serventi Longhi, Un governo nel pallone, su Rassegna.it scrive:" Il paese è governato da un manipolo di folli", spiegandone i motivi e chiude l'articolo "Ecco quindi, un'altra chiave odiosa della, o meglio dire delle manovre governative: salvare i ricchi, chi ha e può spendere magari evadendo; colpire i più deboli, quelli già salassati mese per mese, i lavoratori dipendenti e i pensionati. Colpire più di tutti i nemici, gli strati sociali e le organizzazioni che non simpatizzano con il centro destra. Uno spirito assurdo di vendetta politica che rappresenta un unicum nella storia politica ed economica non solo del nostro Paese ... lo sciopero della Cgil avrà grande successo e contribuirà a creare le condizioni per mandare a casa questo governo incapace e pericoloso. E' ora che anche le altre organizzazioni sindacali, la cui cautela non può che stupire, se ne rendano conto".

A noi è piaciuto molto l'articolo e ne consigliamo la lettura, anche se non concordiamo con l'autore quando dice che sono "dei folli e degli incapaci"; non concordiamo con Deaglio, quando su La Stampa li definisce dei "dilettanti incapaci". Questi sono perfettamente lucidi e capaci! Il loro progetto era ed è molto chiaro: lucidamente di destra, con particolare attenzione ai loro personali interessi, salvaguardare le lobby di potere e far diventare più ricchi chi già lo è, senza dimenticarsi di vecchie vendette craxiane al mondo del lavoro, con l'appoggio di due sindacati compiacenti. Sappiamo bene che se il 6 settembre ci fossero anche loro sarebbe un disastro per questo lucido e criminale governo, che se non lascia per tempo trascinerà il nostro Paese nel fango, ma abbiamo la certezza che i lavoratori e le persone con un minimo di dignità non possono mancare a questo appuntamento importante per il loro futuro. Deaglio scrive ancora che la loro rozza politica ha prevalso sull'economia, invece per noi si tratta di arroganza. Fino a ieri erano ancora convinti di riuscire ad imbonire il loro popolo, dicendo e smentendo, proponendo e cambiando, creando una situazione di confusione tale da poter addossare, poi, le colpe ai comunisti e alla Cgil, sempre pronti a mettere il bastone fra le ruote...quante volte abbiamo sentito lo stesso copione? La gente è stufa e sempre più povera e quando si infrangono i sogni di un governo che aveva promesso benessere a tutti, giocando sul "debito" e su un'economia di carta, perché quella reale neanche sanno cosa sia, allora anche i loro sudditi più fedeli comiciano a porsi delle domande.

La signora Camusso, pur sapendo il rischio che correva, pur essendo criticata dagli altri sindacati, pur non avendo avuto un immediato e sollecito supporto dal Pd, ha indetto lo sciopero, perchè consapevole del suo mandato: difendere i lavoratori. Anche noi siamo certi che il 6 settembre sarà un successo, che inizierà a sgretolare il palco di sostegno di questo governo, ma tutto ciò anche se non si affiancheranno gli altri sindacati. Sarà un bene per loro che lo facciano, se non vogliono rimanere fuori da un nuovo periodo storico; e faranno bene a togliersi dalla testa che possa verificarsi di nuovo il tentativo di estromettere la Cgil, come ai tempi di Valletta. Ecco, in questo caso, sia Sacconi, i sindacati ossequiosi e l'ad di Fiat, hanno dimostrato rozzezza politica.

La Cgil può anche fare a meno degli altri sindacati, ma non può fare a meno della sinistra compatta. In questo momento sarebbe necessario avere il maggior partito dell'opposizione grintoso, preparato, nel caso dovesse sostituire l'attuale governo e non affogato a risolvere i propri problemi interni. Si sente la necessità di avere il maggior partito di sinistra a fianco della Camusso e dei lavoratori, ma per fare ciò deve assolutamente prendere il coraggio a due mani e parlare e comportarsi da sinistra; cominciare ad avere programmi certi e definitivi da presentare alla gente; risolvere la questione morale, attraverso ferree regole comportamentali e selezionati criteri nell'assegnazione degli incarichi; ringiovanire le fila, se vuol dialogare con i giovani e questo non vuol dire che "tutti" i vecchi siano da "rottamare"; riavvicinarsi alla base, riprendendosi la paternità di ciò che dalla sinistra la Lega ha imparato a fare sul territorio; riproporre, ma veramente, la centralità del lavoro, le aspettative dei giovani e delle donne, l'importanza della scuola e, soprattutto, che sia il welfare un diritto di proprietà sociale pari al diritto di propietà privata, come propone Castel. Sarebbe veramente deleterio e pericoloso che saltasse giù dal treno, dopo averlo preso in corsa durante le amministrative e il referendum. Quella fu la vittoria della gente e il Pd, in ritardo, certo, ma si fece portavoce di tali istanze, poi, come sempre, si perde alla ricerca di alternative che non sono nel dna della sinistra. Oggi non è più tempo di attese, ma di coraggiose iniziative. E noi, in attesa di tutto ciò, diamo a Camusso quel che è di Camusso.

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