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Un piano di riorganizzazione che prevede la fuoriuscita di 217 dipendenti a partire dal 2020: è quanto presentato nei giorni scorsi dal management di Deutsche Bank ai sindacati, Fisac Cgil, First Cisl, Uilca, Fabi e Unisind, nel corso di un confronto convocato di urgenza dalla stessa azienda.
Gli esuberi attualmente prospettati – spiegano i sindacati – riguarderanno 44 lavoratori della Rete, anche a seguito della chiusura di sportelli non ancora identificati, 50 lavoratori della direzione generale, 58 di Operations e 65 di IT & Infrastructure, legati all’implementazione del progetto Aurora.
Un quadro, quello prospettato dall'azienda, che a detta dei sindacati appare in “palese difformità rispetto alle rassicuranti dichiarazioni dell’ingegner Flavio Valeri (Chief Country Officer di Deutsche Bank in Italia, ndr) che a luglio aveva espressamente escluso rilevanti impatti occupazionali rivenienti dal piano riorganizzativo della casa madre, con 18.000 esuberi a livello mondiale”.
“Abbiamo rimarcato forti preoccupazioni di fronte all’ennesima riduzione del personale voluta da un’azienda che continua a perseguire obiettivi di contenimento dei costi facendo quasi esclusivamente leva sul taglio degli organici”, affermano i sindacati.
La Banca ha poi dichiarato che l’apertura formale della procedura sindacale dovrebbe avvenire entro il primo trimestre del 2020. “È stato un primissimo incontro – sottolinea l'ufficio stampa di Deutsche Bank – e il piano sarà come sempre discusso nel dettaglio con le organizzazioni sindacali. Qualsiasi decisione venga presa in termini di numeri e aree impattate, si tratterà, come è già stato negli ultimi anni, solo di uscite volontarie e sempre nel pieno rispetto delle tutele sociali”.