Alex Villarboito lavora alla Sacal di Carisio (Vercelli), una fonderia attiva fin dalla metà degli anni settanta e specializzata nella raffinazione dell’alluminio, da 17 anni. È anche componente della Rsu per la Fiom Cgil, e Responsabile dei lavoratori per la sicurezza (Rls). Il 27 marzo scorso un suo collega, Renato Regis, cade da una scala riportando un trauma cranico e al pneumotorace. Villarboito, proprio in qualità di rappresentante per la sicurezza, commenta l’accaduto, evidenziando le responsabilità dell’impresa e alcuni aspetti critici del lavoro in quello stabilimento. Ebbene: mercoledì 2 maggio viene “allontanato” dall’azienda e, di fatto, licenziato.

La protesta dei sindacati (ma anche delle istituzioni e delle varie formazioni politiche) è vibrante. E per oggi (mercoledì 9 maggio) è previsto uno sciopero di otto ore, con presidio davanti ai cancelli dell’impianto. “Quello attuato dalla Sacal è un attacco al sindacato, alla Cgil in particolare, che mina i diritti fondamentali dei lavoratori”, spiega Luca Quagliotti, segretario generale della Camera del lavoro di Vercelli e Valsesia: “Percorreremo tutte le vie possibili per ottenere il reintegro sul lavoro del nostro rappresentante nella fonderia e per garantire le massime misure di sicurezza. Non escludiamo, come estremo, anche uno sciopero generale provinciale indetto dall’intera organizzazione”.

Il segretario generale rileva che “chi denuncia carenze dal punto di vista della sicurezza in un'azienda, o atteggiamenti vessatori, avrà sempre la massima tutela da parte nostra, perché non può essere sottoposto a ricatti di questo tipo. In uno Stato di diritto è intollerabile”. Dopo aver sottolineato che “le contestazioni rivolte a Villarboito sono state spudorate”, Quagliotti rimarca che “il peccato originale è l'articolo 18. Sarà un caso, ma da quando è stato abrogato gli infortuni sul lavoro sono aumentati”. La Cgil territoriale, infine, evidenzia di “non essere interessata al reintegro del dipendente per un cavillo. Noi abbiamo il diritto e il dovere, nei confronti dei lavoratori, di denunciare le situazioni in cui la sicurezza è carente. Questo, quindi, è un ricatto bello e buono”.

È utile a questo punto ricostruire i fatti. Martedì 27 marzo Renato Regis, operaio di 42 anni, cade da una scala riportando gravi ferite. La Cgil organizza per il giorno seguente (28 marzo) uno sciopero con presidio. Alla stampa locale, intervenuta al presidio, Alex Villarboito dichiara che “l’azienda interviene con misure palliative ogni volta che si verificano problemi, ma di fatto la sicurezza non è garantita. Basti pensare che lavoriamo in spazi privi di pavimentazione e spostandoci con il muletto trasportatore non è raro ribaltarsi. A me, ad esempio, è già successo”. La Sacal avvia un procedimento disciplinare nei suoi confronti, motivandolo per “dichiarazioni lesive” dell’onorabilità aziendale, che il 2 maggio si traduce nell’allontanamento dal sito produttivo.

“Nel corso degli anni sono state fatte diverse segnalazioni a proposito delle condizioni di lavoro all’interno dell’impianto, anche a fronte di diversi infortuni”, argomenta Ivan Terranova, segretario della Fiom Cgil Vercelli e Valsesia: “Se l’azienda è così sicura delle proprie posizioni, è così sicura che le critiche mosse non sono giuste, apra le porte ai giornalisti per verificare la situazione”. Per Terranova il “primo responsabile di quell’infortunio è il datore di lavoro, non il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Stiamo parlando di un dipendente che si espone in prima persona per tutelare il diritto alla sicurezza di tutti. E quando le sue richieste non hanno risposta o non sono applicate, è un suo diritto denunciarle e indire uno sciopero”.

Tornando al provvedimento della Sacal, il segretario generale Quagliotti pone in risalto che “l’azienda avrebbe contestato a Villarboito dichiarazioni rilasciate ai giornali davanti ai cancelli dell'impianto, come l’altezza da cui sarebbe caduto il lavoratore, tre metri anziché 2,10, e l’incidente accaduto a lui stesso nello stabilimento, secondo l’azienda per sua negligenza”. Ma l'impresa, spiega l’esponente sindacale, “non gli ha comminato alcuna contestazione disciplinare, quindi è evidente che le sue dichiarazioni sono state strumentalizzate e usate come pretesto per metterlo alla porta”.

A Villarboito e alla Cgil vercellese sono arrivate tantissime dimostrazioni di solidarietà. Alla conferenza stampa di venerdì 4 maggio ha portato la sua solidarietà la consigliera per le Pari opportunità del Comune di Vercelli Lella Bassignana (di Forza Italia), mentre Gianna Pentenero, esponente Pd e assessore al Lavoro della Regione Piemonte, ha definito l’episodio “grave e senza dubbio non condivisibile”, annunciando di voler convocare i rappresentanti dell’azienda per far luce sulla vicenda. Il gruppo parlamentare di Liberi e Uguali ha dichiarato di aver già preparato un’interrogazione parlamentare sull’accaduto, che verrà presentata appena il nuovo governo sarà insediato. Una petizione online per chiedere il reintegro in azienda, infine, è stata lanciata da Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico e Rls di Firenze, e può essere firmata inviando una mail a marco.bazzoni01@libero.it, indicando nominativo, azienda, qualifica e città.