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“Dietro ad alcune buone intenzioni c’è un impianto autoritario e pericoloso, incentrato sul controllo dei dipendenti del pubblico impiego”. Lo afferma la Flc Cgil parlando del cosiddetto ddl concretezza approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri. Se da una parte “risolve il paradosso della stabilizzazione dei precari degli enti di ricerca”, dall’altra, spiega il sindacato, le criticità contenute nel testo, soprattutto per il mondo della scuola, sono davvero “preoccupanti” . Intanto, “è singolare che per varare il piano triennale della concretezza nel pubblico impiego sia necessario coordinarsi con il ministero dell’Interno. Questo particolare, non secondario, chiarisce fin dall’inizio l’aspetto ‘poliziesco’ del piano. È poi preoccupante l’interesse al controllo ‘biometrico’ delle presenze, anche se per il personale docente ed educativo si demanda l’attuazione a un decreto del Miur. Simili interferenze sono lesive dell’autonomia organizzativa delle scuole, oltre che funzionali a una propaganda politica, falsa e ingiustificata, che si iscrive dentro l’onda lunga della denigrazione del lavoro pubblico”.
“Siamo doppiamente preoccupati, inoltre, perché l’organizzazione del lavoro, dunque anche il ‘controllo’, è materia contrattuale, e in sede contrattuale deve essere trattata, non può essere definita per legge. Con questi interventi si riducono gli spazi di contrattazione delle Rsu che abbiamo conquistato con tanta fatica. Ci sono poi le altre incongruenze, di ‘concreto’ in questo provvedimento c’è solo la prosecuzione della persecuzione dei lavoratori pubblici, utilizzando a questo scopo perfino le prefetture. Si tratta, da parte della ministra Bongiorno, di un ‘brunettismo’ di ritorno”.
Cambiano le legislature e i governi, “ma resta la linea consueta della polemica contro i fannulloni nelle pubbliche amministrazioni, da controllare finanche facendo ricorso alle impronte digitali, una costante permeata da una rappresentazione demagogica insopportabile. Ci saremmo aspettati, alle porte del rinnovo dei contratti pubblici, scelte politiche di segno diverso, con l’obiettivo di rilanciare con investimenti mirati attraverso lo strumento del contratto, la qualità dei servizi e la qualità del lavoro nelle pubbliche amministrazioni”.