"La norma sulla 'portabilità' dei fondi pensione prevista nel ddl concorrenza indebolirebbe ulteriormente la previdenza complementare, chiediamo al Parlamento di opporsi". Così Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil, commenta una delle misure contenute nel disegno di legge varato dal Consiglio dei Ministri di venerdì scorso.
Lamonica spiega che oggi "ai Fondi pensione negoziali istituiti dalla contrattazione collettiva si aderisce, oltre che con la quota di Tfr e con il proprio versamento individuale, anche con un contributo a carico del datore di lavoro, che è parte integrante del 'costo' contrattuale. Questo, insieme ai molto più bassi costi di gestione e alla governance partecipata dei lavoratori, rende i Fondi negoziali diversi e molto più convenienti e trasparenti. Con la norma prevista nel ddl concorrenza sulla 'portabilità' dei fondi pensione - sottolinea la dirigente sindacale - il governo introduce l'obbligo del versamento del contributo del datore di lavoro anche per i casi di adesione ai Fondi promossi dalle Banche e per i casi di accensione di un Piano Individuale di Previdenza con una Compagnia di Assicurazione".
"Così, nell'ansia quotidiana di smontare la contrattazione collettiva e con lo slogan propagandistico della concorrenza e della libertà, in realtà l'esecutivo offre un regalo a banche ed assicurazioni, che lo richiedevano da tempo. Come ormai è consuetudine - chiosa Lamonica - si dà molto alle imprese e nulla ai lavoratori, che dopo la devastazione delle pensioni pubbliche operata dalla legge Fornero vedono anche l'indebolimento della previdenza complementare". Indebolimento, sottolinea, "in parte già operato nella legge di stabilità con l'innalzamento della tassazione sui rendimenti e ora portato avanti con questa norma. Trattandosi di disegno di legge - conclude Lamonica - auspichiamo, ed operiamo, perché il Parlamento non la accolga".
Ddl concorrenza: Cgil, indebolita previdenza complementare
Lamonica: "Sui fondi pensione il governo risponde agli interessi di banche e assicurazioni. Il Parlamento intervenga"
24 febbraio 2015 • 00:00