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Alle 8,30 circa del 20 maggio 1999, 29° anniversario della promulgazione della legge 300, nota come lo Statuto dei lavoratori, in via Salaria a Roma viene ucciso Massimo D’Antona, giurista e docente universitario di Diritto del lavoro, consulente dell’allora ministro del lavoro Antonio Bassolino.
Poche ore dopo, arriva la rivendicazione: 14 pagine stampate fronte-retro con la stella a cinque punte delle nuove Brigate Rosse: “La nostra organizzazione – si legge nel comunicato – ha individuato il ruolo politico-operativo svolto da Massimo D’Antona, ne ha identificato la centralità e, in riferimento al legame tra nodi centrali dello scontro e rapporti di forza e politici generali tra le classi, ha rilanciato l’offensiva combattente”.
“Credo che non ci siano dubbi – affermava due anni fa ai microfoni di Rai News il segretario generale della Cgil Susanna Camusso – sul fatto che il pensiero terrorista voleva annullare uno straordinario lavoro di riforma e di attenzione e qualificazione del lavoro che D’Antona stava facendo con quella idea d’inclusione che lo Statuto doveva mantenere, come principio di diritto inespropriabile. E credo che non sia casuale che si sia scelta quella data per assassinare lui e infangare quel lavoro”.
Oggi, sabato 19 maggio, alle ore 12 la figura di Massimo D’Antona, uomo, eroe civile e studioso delle regole al servizio della democrazia e della coesione sociale, verrà ricordata durante una commemorazione pubblica che si svolgerà nel luogo dell’agguato, alla presenza della cittadinanza e delle istituzioni, attraverso gli interventi di Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, Claudio De Vincenti, ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, e Franco Gabrielli, capo della Polizia, direttore generale di pubblica sicurezza, perché “memoria non sia mai cancellata. Perché ogni giorno torni il pensiero all’importanza di scegliere, cambiare per ridare senso e missione al lavoro”.
“Era un uomo mite e generoso – diceva di lui pochi giorni dopo la scomparsa Guglielmo Epifani, futuro segretario generale e all’epoca dei fatti numero due della Cgil –, che del dialogo e della ricerca di soluzioni aveva fatto la sua filosofia di vita”. “Era un intellettuale – gli faceva eco la moglie Olga –, un lavoratore, che attraverso la consultazione delle parti sociali cercava soluzioni possibili, concrete, realizzabili”.
A cinque anni di distanza da quel terribile 20 maggio, Olga D’Antona decide insieme a Sergio Zavoli di scrivere il libro “Così raro, così perduto”, una sorta di viaggio, di profonda riflessione su temi duri e intimi: il rapporto con il marito e con l’idea della morte, i sentimenti, la passione politica; ma anche il significato storico (e tutto italiano) di quella mattina del 20 maggio 1999, quando D’Antona viene ucciso con sei colpi di pistola, appena uscito da casa. “Non c’è alcun fondamento politico razionale nella strategia delle Br – scrive – e, oltre al dolore per la perdita della persona a me più cara, c’è l’amarezza dell’insensatezza di quell’assassinio”.
“Massimo D’Antona – affermava il 20 maggio del 2014, a 15 anni dalla scomparsa dello studioso, Claudio Palmisciano, presidente della Fondazione Prof. Massimo D’Antona (onlus) – aveva sempre avuto un rapporto speciale con il sindacato. Nella Consulta giuridica e nell’Ufficio legale della Cgil, nelle sedi unitarie di dibattito sui problemi giuridici dell’occupazione e del lavoro, il suo maggiore impegno è consistito nella ricerca di percorsi e di soluzioni che connotassero il sindacato come soggetto della trasformazione e dell’innovazione”.
A riprova di quanto fin qui sostenuto, riproduciamo a seguire i documenti redatti da Massimo D’Antona durante gli anni (1988-1996) della sua collaborazione con la Consulta giuridica della Cgil (1).
(1) I documenti, conservati in originale presso l’Archivio storico Cgil nazionale (consulta l’inventario), sono disponibili on line. Per maggiori informazioni vedi “L’officina delle idee. Le carte della Consulta giuridica della Cgil”, a cura di Andrea Allamprese, Ivano Corraini e Lorenzo Fassina, Ediesse 2016
Ilaria Romeo è responsabile Archivio storico Cgil nazionale
LEGGI:
Massimo D’Antona, “Una riforma elettorale per il sindacato”, apr. 1993;
Massimo D’Antona, “I piedi di argilla del gigante confederale”, gen. 1996