PHOTO
Le ore di Cig richieste e autorizzate a settembre tornano oltre i 104 milioni, con un aumento su agosto del 43,86%: è il secondo mese tra gli ultimi dodici con la richiesta più alta. Si arresta così la lieve tendenza alla riduzione registrata nelle passate rilevazioni mensili e si conferma la media sopra gli 80 milioni di ore al mese che ha caratterizzato gli ultimi quattro anni. Da gennaio a settembre risultano coinvolti dalla cassa integrazione oltre un milione di lavoratori, di cui 525 mila a zero ore, con un'assenza completa di attività produttiva. Con la crescita del ricorso alla Cig precipita il reddito degli addetti: nei primi nove mesi dell'anno hanno perso complessivamente oltre 3 miliardi e cento milioni di euro, 5.900 euro nette in meno in busta paga per ogni singolo lavoratore. Questi alcuni dati del rapporto dell'Osservatorio Cig della Cgil, frutto delle elaborazioni sulle rilevazioni dell'Inps. Un quadro che conferma i segnali negativi sulla situazione economica e produttiva del Paese: troppo timida l'inversione di tendenza rispetto alla persistenza della crisi e del processo di deindustrializzazione in atto.
Per il segretario confederale della Cgil Serena Sorrentino “tra i dati più preoccupanti vi è il numero dei 525 mila potenziali lavoratori in Cig a zero ore, che, sommato al sempre più allarmante tasso di disoccupazione giovanile, dimostra l'urgenza di un piano di investimenti per far ripartire la produzione e di un piano del lavoro per i giovani”. Aumentano la cassa ordinaria su agosto e quella straordinaria sia sul mese precedente che sull'anno, e per quanto riguarda la cassa in deroga si registra una crescita rispetto ad agosto e una diminuzione annua dovuta al taglio dei finanziamenti. “Mettendo insieme questi dati - sostiene Sorrentino - ci chiediamo come possa il governo stimare in 1,5 miliardi la spesa per finanziare politiche attive e passive prevista in legge di stabilità, e come si potrà gestire la crisi se con il jobs act si pensa di ridurre coperture di CIG e cassa straordinaria anziché estenderle”.
Cig a settembre 2014 - La richiesta di cassa ordinaria aumenta in modo considerevole sul mese precedente (+265,84%, con 21.603.504 ore autorizzate), ma mantiene una tendenza a diminuire (-32,11% su nove mesi). La cassa integrazione straordinaria cresce del 16,4% su agosto (64.319.661 ore) e del 78,64% su nove mesi. Si inverte una tendenza sulla cassa in deroga: se fino ad agosto le ore concesse sono state in diminuzione rispetto ai mesi del 2013, a settembre è tornata a salire (+61,93%, con 18.544.345 ore), indicando che in relazione ai finanziamenti stanziati resta una forte sofferenza e permane l'incertezza per quanto riguarda l'anno in corso.
Causali di Cig - Continuano a crescere le aziende che fanno ricorso ai decreti di Cigs: sono 6.151, con un aumento del 27,46% sullo stesso periodo del 2013, e riguardano 11.443 unità aziendali territoriali (+35,08%). Nello specifico si registra un aumento dei ricorsi per crisi aziendale (2.904 decreti da inizio anno per un +4,12% sui primi nove mesi del 2013) che rappresentano il 47,21% del totale, così come un deciso aumento di ricorsi al concordato preventivo (+176,19%) e al fallimento (+46,62%). Continuano ad aumentare i contratti di solidarietà (+57,47%) e torna a salire anche la percentuale sul totale dei decreti, passata dal 28,16% del 2013 al 34,79% di oggi.
Crescono rispetto allo scorso anno anche le domande di ristrutturazione aziendale (172, per un +10,26%) e di riorganizzazione aziendale (183, per un +5,17%) ma, sottolinea lo studio della Cgil, “gli interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale dell'impresa continuano ad essere irrilevanti e in diminuzione: sono solo il 5,77% del totale dei decreti (erano il 6,84% nel 2013). Resta questo uno dei segnali più evidenti del persistere di un processo di deindustrializzazione in atto nel nostro Paese, che continua ad essere sottovalutato”.
Regioni - Nelle regioni del nord si registra il ricorso più alto alla cassa integrazione. Dal rapporto della Cgil emerge che al primo posto per ore di cassa integrazione autorizzate nei primi nove mesi dell'anno c'è la Lombardia con 203.379.155 ore che corrispondono a 260.743 lavoratori (prendendo in considerazione le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il Piemonte con 100.072.976 ore di Cig autorizzate per 128.299 lavoratori e il Veneto con 69.238.654 ore per 88.768 persone. Nelle regioni del centro primeggia il Lazio con 63.589.839 ore che coinvolgono 81.525 lavoratori. Mentre per il Mezzogiorno è la Campania la regione dove si rileva il maggiore ricorso alla Cig, con 50.809.812 di ore per 65.141 lavoratori.
Settori - La meccanica è ancora il settore dove si è totalizzato il ricorso più alto allo strumento della cassa integrazione. Secondo il rapporto della Cgil, infatti, sul totale delle ore registrate nel periodo gennaio-settembre, la meccanica pesa per 286.804.181, coinvolgendo 183.849 lavoratori (prendendo come riferimento le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il settore del commercio con 106.313.501 ore di cig autorizzate per 68.150 lavoratori coinvolti, e l'edilizia con 94.995.217 ore e 60.894 persone.
Occupazione e lavoratori in cig - Considerando un ricorso medio alla Cig, pari cioè al 50% del tempo lavorabile globale (20 settimane da inizio anno), sono coinvolti nel periodo gennaio-settembre oltre un milione di lavoratori in Cigo, Cigs e in Cigd. Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 39 settimane lavorative, si determina sullo stesso periodo un’assenza completa dall’attività produttiva per oltre 525.000 lavoratori, di cui oltre 300 mila in Cigs e 97 mila in Cigd. Continua così a calare il reddito per migliaia di cassintegrati: dai calcoli dell’Osservatorio della Cgil si rileva come i lavoratori parzialmente tutelati dalla Cig abbiano perso da inizio anno, 3 miliardi e 100 milioni di euro al netto delle tasse, pari a 5.900 euro in meno in busta paga per ogni singolo lavoratore in cassa a zero ore.
“Di fronte a chiari dati che caratterizzano un ciclo economico ancora pesantemente segnato dalla crisi e da una situazione sociale di sofferenza – sostiene Serena Sorrentino - il governo dovrebbe rivedere i provvedimenti in materia di lavoro, a partire dal decreto sulla deroga, dal jobs act e dai finanziamenti per le politiche attive. Auspichiamo che la Camera emendi i provvedimenti che riducono gli strumenti di tutela dell'occupazione”. “Da gennaio – ribadisce il segretario confederale Cgil - sono 1 milione i lavoratori coinvolti da Cigo, Cigs e Cigd: segno che la crisi è ancora diffusa e che il reddito dei lavoratori si impoverisce ulteriormente per effetto della riduzione delle ore lavorate”. Per questo, conclude “noi non ci fermeremo, perché a queste persone e a chi sta fuori dal mercato del lavoro occorre dare un'unica risposta: un piano del lavoro”.