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Primi passi avanti sulla vertenza Croce rossa italiana. All’incontro di oggi (27 maggio) con il ministro della Salute i sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Cisal hanno infatti ottenuto la disponibilità di Beatrice Lorenzin a far ripartire il tavolo di confronto sulla controversa applicazione della riforma, ottenendo che la politica riprenda in mano il percorso della riforma. E' quanto si apprende da una nota sindacale.
Tre le richieste presentate da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa e Fialp Cisal. In primo luogo una gestione condivisa delle cosiddette norme di raccordo, per non causare perdite retributive e occupazionali. Secondo, aprire il confronto sul piano di riforma della Cri alla luce del disegno di legge che porta proprio il nome del ministro della Salute e che prevede il riordino degli enti vigilati dal Ministero, tra cui appunto la Croce rossa. Cgil Cisl Uil e Cisal sono contrari al ridimensionamento della Cri e chiedono da tempo una profonda riorganizzazione dell’ente che tagli i costi salvaguardando i lavoratori e cittadini.
Il ddl Lorenzin, a loro avviso, "può rappresentare in questo caso la leva per correggere una riforma che mette a rischio retribuzioni e posti di lavoro, minacciando di ridimensionare pesantemente i servizi di emergenza e soccorso".
La terza richiesta dei sindacati è "sospendere tutti gli atti unilaterali adottati dai vertici della Croce rossa, anche in relazione alla sospensiva disposta dal Tar del Lazio: provvedimenti illegittimi che incidono negativamente su bilanci, contratti e organizzazione del lavoro. Di fronte a queste richieste - riferiscono - il ministro Lorenzin si è impegnata a far ripartire il tavolo interministeriale (presso la Funzione pubblica) sulla questione complessiva e sulle norme di raccordo".
Con l’obiettivo di difendere i livelli occupazionali e salariali dei lavoratori e di avviare percorsi di stabilizzazione per i 1.500 precari. “Una apertura importante” per Fp Cgil, Cisl Fp Uil Pa e Fialp Cisal, che però avvertono: “Verificheremo nei fatti. La mobilitazione continuerà fin quando non avremo ottenuto una soluzione che tuteli lavoratori e comunità”.