Standard & Poor's ha respinto le accuse di faziosità che le sono state lanciate da diversi esponenti politici italiani, e di illegalità sulle sue attività da alcune associazioni di consumatori, dopo il declassamento di rating sull'Italia, rivendicando come le sue valutazioni siano "apolitiche". "La valutazione di S&P è basata su una analisi dettagliata e indipendente delle prospettive economiche e fiscali dell'Italia e sulle ipotesi relative all'andamento prospettico atteso del debito - ha fatto sapere l'agenzia con una serie di precisazioni - come illustrato ampiamente nei due reports pubblicati. I rating sovrani di S&P sono valutazioni apolitiche e prospettiche del rischio di credito fornite agli investitori".

S&P puntualizza che i rating "indicano come diverse iniziative politiche possono impattare l'affidabilità finanziaria e non intendono dare alcun suggerimento sulle politiche che un governo dovrebbe o non dovrebbe perseguire". Il comunicato sul declassamento di rating pubblicato ieri notte, nel secondo paragrafo recita come "dal nostro punto di vista, le prospettive di crescita economica dell'Italia si stanno indebolendo e la fragile coalizione di governo del paese, e le differenze in seno al Parlamento, continueranno a limitare le capacità del governo di rispondere in maniera energica alle sfide macroeconomiche interne ed esterne".

Più avanti nel report S&P ha aggiunto che "con le elezioni attese nel 2013, e la debole posizione parlamentare del governo, è poco chiaro cosa possa essere fatto per rompere questo stallo tra queste istituzioni e il governo. Ne risulta che riteniamo che l'Italia sia vulnerabile agli accresciuti rischi su economia, finanza e conti pubblici". Sempre a fronte del declassamento e del rapporto di S&P, le associazioni di consumatori Adusbef e Federconsumatori hanno invece tra le altre cose affermato che Standard & Poor's e Moody's "non hanno alcuna licenza per emettere il rating sull'Italia essendo state bocciate dall'Esma". Su questo l'agenzia replica che "L'Esma ci ha confermato che possiamo continuare ad operare normalmente con le nostre attività, compresa la pubblicazione delle opinioni di rating - dice S&P - mentre il processo di registrazione ai fini della regolamentazione europea è tutt'ora in corso".