"L'Europa unita non sopravvive se non crea un'autorità finanziaria comune, in grado di stabilire le politiche economiche e fiscali per l'intero continente, e soprattutto di emettere bond". Ne sono convinti i nuovi premi Nobel per l'economia, Tom Sargent e Chris Sims, che considerano "illusorio pensare di salvare la moneta unica cacciando i Paesi più deboli: o ce la fate tutti insieme, oppure tutti insieme fallite".

Per Sims nell'unione monetaria europea c'è "un grave vizio d'origine: avete la banca centrale, ma non esiste un'autorità che possa decidere le politiche fiscali o emettere bond. Così, in situazioni di crisi come quella attuale, non si capisce chi abbia il potere di prendere le decisioni necessarie. Le prospettive dell'euro sono cupe, se non aggiungerete presto alla banca centrale un'autorità capace di emettere eurobond e coordinare le politiche fiscali".

Sargent traccia un parallelo con gli Stati Uniti alla loro fondazione: "Quando furono creati gli Stati Uniti, le condizioni dell'America di allora erano simili a quelle dell'Europa di oggi. C'erano tredici Stati che avevano tutti il potere di battere moneta, contrarre debito e decidere le loro politiche fiscali, a fronte di un governo federale estremamente debole. I padri fondatori, che in larga parte erano creditori dei vari Stati, scrissero la Costituzione proprio allo scopo di correggere questo vizio di fondo. Il governo centrale si fece carico dell'intero debito dei tredici Stati, che in cambio persero l'autonomia economica assoluta che avevano avuto fino a quel momento. Ecco, per salvarsi, l'Europa dovrebbe imparare la loro lezione".