“Un primo risultato frutto della pressione sindacale ma che è ancora insufficiente”. A dirlo è il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, parlando delle modifiche agli ammortizzatori sociali previste nella legge Finanziaria che sono relative, aggiunge, “solo a un parziale incremento della dotazione del fondo per gli ammortizzatori in deroga, senza per altro nessun intervento di copertura sui precari”.

La scelta del governo, spiega il dirigente sindacale in una nota diffusa dall'ufficio stampa di Corso Italia, “se da una parte conferma la giustezza della denuncia sulla scarsità di risorse operata dalle organizzazioni sindacali e ne rappresenta un primo parziale risultato, dall’altra aumenta la dotazione di una quantità che fin d’ora si può prevedere insufficiente di fronte all’aumento delle aziende che ricorrono agli ammortizzatori sociali”. Ma soprattutto, precisa Fammoni, “è inadeguata rispetto all’aumento della durata temporale di queste richieste, all’eccezionalità della crisi e alla mancanza di interventi necessari a far ripartire lo sviluppo”.

Al cospetto di una fase di “crisi eccezionale”, per Fammoni “si risponde con una gestione tradizionale che ovviamente non è adeguata. Ed è evidente che si ignora la richiesta di estensione degli ammortizzatori a tutti i lavoratori che non ne hanno diritto, continuando ad escludere precari, la fascia di lavoro più esposta e più debole in caso di crisi da ogni forma di tutela”. Si conferma così, conclude il dirigente sindacale, “quell’indirizzo ‘antiprecari’ che si ritrova spesso nei vari provvedimenti del governo: dalla norma di luglio sulle cause in corso, alla norme sui precari della scuola, università, ricerca e della pubblica amministrazione, fino al nodo degli ammortizzatori sociali”.