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Fine luglio davvero drammatico per i 51 dipendenti della Kverneland di Ponte Alto a Modena. L’azienda metalmeccanica norvegese (produttrice e distributrice di macchine agricole), ma da quattro anni proprietà della multinazionale giapponese Kubota, ha deciso di chiudere a fine anno, e già a giugno ha aperto la procedura di mobilità per i lavoratori. Giovedì 28 luglio sindacati e Rsu incontrano la direzione aziendale (alle ore 13 presso la sede Confindustria modenese) per proporre “un percorso alternativo a quanto stabilito nella procedura di mobilità”, nelle stesso ore si terranno anche uno sciopero e un presidio. Ma le speranze di un salvataggio, a stare all’atteggiamento del management mostrato fino ad adesso, non sono molte.
Lo stabilimento di Modena è “efficiente”, spiega la Fiom Cgil in una nota, e la sua chiusura “avrebbe riflessi pesanti anche sull'indotto”, portando così a più del doppio la perdita complessiva di posti di lavoro. Il sindacato auspica quindi “che l'azienda, assumendo la propria responsabilità sociale nei confronti del territorio modenese, riveda le proprie incomprensibili scelte industriali”. A motivare la decisione aziendale sarebbe la scelta di trasferire la produzione in altri stabilimenti (Germania e Francia), in vista di una crisi europea del settore pronosticata per il 2016-2017. La protesta dei sindacati è stata finora molte forte: martedì 12 e lunedì 18 luglio si sono tenuti due scioperi, e sempre lunedì 18 il direttivo provinciale Fiom, convocato la mattina in sede sindacale, si è spostato con i suoi cento componenti davanti ai cancelli della fabbrica.
“Non possiamo accettare che giorno dopo giorno l’assetto produttivo del territorio modenese si impoverisca” afferma Stefania Ferrari della Fiom Cgil territoriale: “Dal 2009 si stanno registrando purtroppo casi analoghi, soprattutto da parte di multinazionali, che dalla sera alla mattina decidono di chiudere stabilimenti gettando nella disperazione i lavoratori dell’impresa, ma anche quelli dell’indotto”. In Italia, continua Ferrari, la Costituzione “prevede all’articolo 41 anche il ruolo sociale dell’impresa, e non è ammissibile che basti premere un bottone per eliminare dal territorio modenese un’azienda con il suo portato di capacità produttive. Un sito produttivo, quello di Kverneland, che, pur attraverso passaggi di proprietà, è ubicato a Modena da oltre 50 anni”.