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La crisi colpisce duramente l'Umbria (-15,7% di Pil negli anni della crisi, -43% di investimenti pubblici e privati, oltre 14mila i posti di lavoro bruciati), ma non tutte le zone della regione allo stesso modo. Tra quelle più colpite, subito dopo la fascia appenninica (Gubbio - Gualdo Tadino) che ha il record di occupati persi (-8% tra il 2008 e il 2016), viene Perugia (e comuni limitrofi) che nello stesso periodo perde il 7% di occupati. A sottolineato sono Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil di Perugia e Mario Bravi, presidente dell'Ires Cgil Umbria.
Ecco i dati nel dettaglio: il Sistema Locale del Lavoro di Perugia è composto da 9 comuni (Perugia, Corciano, Magione, Passignano, Tuoro, Torgiano, Deruta, Marsciano, San Venanzo). Il territorio complessivo corrisponde a 1.193 kmq, la popolazione residente è di 243.259 unità (oltre i 15 anni 213.400), gli occupati sono 103mila, i disoccupati 10.800, gli inattivi 98.600, il tasso di disoccupazione è al 9,4%.
Ma il dato più rilevante - sottolineano Ciavaglia e Bravi - è quello relativo al trend dell'occupazione nel confronto 2008-2016: in questi 9 anni gli occupati sono passati dai 110.804 del 2008 ai 103.915 del 2016, con una perdita complessiva di 6.889 posti di lavoro, pari ad oltre il 7%. "È un dato pesantissimo - commentano i due sindacalisti - tenendo conto anche del fatto che nel corso di questo 2017 la situazione non è sicuramente migliorata. Lo testimoniano le tante vertenze aperte e il fatto (come dice l’Inps) che 4/5 delle assunzioni effettuate quest’anno sono caratterizzate da estrema precarietà e sono lavoro povero”.