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Frena anche la locomotiva economica dell'Europa, la Germania: il Pil tedesco è salito soltanto dello 0,7% nel 2012, rispetto al +3% dell'anno precedente e addirittura il +4,2% del 2010. Lo comunica l'istituto federale di statistica di Berlino. Il dato è anche peggiore, seppure di un solo punto decimale, rispetto alle attese degli analisti, che parlavano di una crescita dello 0,8%.
Andando ad analizzare le singole componenti, la spesa per consumi privati è cresciuta dello 0,8%, laddove quella del governo è salita dell'1%. Calano invece sia la spesa per investimenti (-4,4%) che la spesa in costruzioni (-1,1%). Le esportazioni sono salite del 4,1%, mentre le importazioni sono aumentate del 2,3%. Sul fronte dei conti pubblici, Berlino ha chiuso il 2012 con un avanzo dello 0,1%, tornando in attivo dopo il deficit dello 0,8% registrato a fine 2011.
Intanto, secondo quanto scrive il quotidiano 'Handesblatt', il governo di Berlino avrebbe dimezzato le stime sul Pil per il 2013, con una crescita attesa che passa dall'1% allo 0,5%. Fonti dell'esecutivo tedesco hanno però smentito che siano state già stilate delle previsioni.
In questo clima, la seconda compagnia aerea tedesca Air Berlin ha annunciato di voler tagliare 900 posti di lavoro, corrispondenti a circa un decimo degli effettivi, facendo ricorso anche a licenziamenti secchi. Lo riferisce oggi (15 gennaio) l'Ansa. La compagnia è in passivo dal 2008.