“E' tutto connesso, dall'unione bancaria all'opzione austerity/rigore. Qualsiasi blocco su un fronte si traduce in difficolta' paralizzanti su un altro” e l'Italia e' il Paese “che ha preso piu' alla lettera il dettame dell'austerity”. Lo afferma Jean-Paul Fitoussi in un'intervista a Repubblica.

L'austerity, spiega, “non puo' contribuire a raggiungere l'obiettivo del rientro dal disavanzo. Una stagnazione come c'e' in Italia, combinata con le restrizioni tipiche dell'austerity, ha un effetto fortemente penalizzante sul reddito privato e cosi' provoca la diminuzione delle entrate fiscali e l'aumento delle spese sociali per la crescita della disoccupazione”.

“Se vogliamo risolvere i problemi della gente, non aggravarli - aggiunge -, il modo e' alzare il reddito nazionale. Non significa volere debito e disavanzo piu' alti per sempre. Quale deve essere l'obiettivo naturale della politica, se non si vuole gestire una nazione come un'azienda? Distinguere fra obiettivi finali e obiettivi intermedi: il debito e' intermedio, crescita e occupazione sono finali. Qualsiasi altra considerazione e' inappropriata”.