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La crisi del governo Monti rischia di lasciare irrisolte questioni urgenti che riguardano il mondo del lavoro: il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, la proroga dei contratti di lavoro a tempo nel pubblico impiego e nella ricerca, la “beffa” della ricongiunzioni onerose e la vicenda dell’Ilva di Taranto. Con l’eccezione del caso Taranto, materia di un decreto governativo sul mantenimento delle attività siderurgiche nel porto pugliese, sono tutte questioni che rientrano nella legge di stabilità in corso d’approvazione alla Camera. I tempi per l’approvazione del decreto Ilva e della legge di stabilità dovrebbero chiudersi entro mercoledì 19 dicembre.
L’elenco delle priorità è stato raccolto dalla Cgil, che in una nota invita le forze politiche in Parlamento a risolvere le questioni segnalate, crisi o non crisi. “La segreteria della Cgil – si legge nella nota - ritiene che Parlamento ed Esecutivo si debbano impegnare a varare e garantire risorse e continuità agli ammortizzatori sociali e alla Cassa integrazione in deroga; alla proroga dei contratti non a tempo indeterminato nel lavoro pubblico e nella ricerca; alla correzione della legge 122/2010 sule ricongiunzioni contributive onerose a fini previdenziali; al decreto che consente di dare continuità alla produzione di acciaio in Italia in un contesto di sicurezza lavorativa, di salute della città di Taranto e di risanamento ambientale”.
Sulle risorse per la cassa in deroga le proposte presentate alla Camera non stanno andando nella direzione giusta. È ancora la Cgil a criticare un emendamento alla legge di stabilità, presentato a Montecitorio, che dirotta risorse per la formazione dei lavoratori al rifinanziamento della cassa in deroga. Secondo il sindacato di corso d’Italia si tratta di “un disastro. (…) A fronte di una acclarata drastica riduzione delle risorse per gli ammortizzatori in deroga, con il conseguente rischio già dai primi mesi del 2013 di lasciare migliaia di lavoratori senza coperture, l'emendamento dei relatori rintraccia ulteriori risorse dal fondo per l'indennità di disoccupazione involontaria che concorre a finanziare la formazione continua”.
In altre parole, prosegue la nota della Cgil, “ci troviamo di fronte al gioco delle tre carte: si spostano risorse dalla formazione alla cassa in deroga, facendo pagare per l'ennesima volta scelte politiche sbagliate ai lavoratori che avranno meno risorse sia per la deroga che per la formazione. La segreteria della Cgil - conclude la nota - propone di incrementare le risorse disponibili per gli ammortizzatori in deroga, attingendole dal capitolo sul riordino degli incentivi per le imprese, che è pari a 10 miliardi di euro, e di lasciare inalterate le risorse e la modalità in essere per la formazione continua che provengono da versamenti fatti da aziende e lavoratori”.
Altro tema urgente è quello dei precari della pubblica amministrazione. Sarebbero 260mila quelli in scadenza, ma il governo intende stabilizzarne poco più di settemila.
Ancora più complessa la questione delle ricongiunzioni previdenziali. Sulle ultime leggi in materia pensionistica, di questo e del precedente governo, non c’è infatti solo l’agonia degli esodati, ma anche il “mostro legislativo” sulle ricongiunzioni onerose, introdotto con l’articolo 12 della legge n. 122 del 2010, che prevede l’obbligo per ogni lavoratore o lavoratrice che voglia ricongiungere i contributi versati in quota parte in Inps e Inpdap, in un’unica gestione, a pagare cifre anche importanti per assicurarsi un’unica pensione. Un’operazione che prima del 2010 si poteva fare gratuitamente; ovvero il pagamento era previsto solo quando il trasferimento fosse avvenuto da Inps a Inpdap, a fronte di un trattamento più favorevole sulle pensioni dei dipendenti pubblici. Paradossalmente, per fare esempio, un’insegnante che abbia svolto il proprio lavoro nello stesso istituto privato, successivamente parificato a pubblico, con quote di contributi versati sia in Inps che in Inpdap, è costretta alla ricongiunzione onerosa se vuole avere un’unica pensione.
Al riguardo il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha annunciato di avere pronto un emendamento che potrebbe rientrare nella legge di stabilità. Questo è "un problema grave – ha detto in un'intervista all'Infedele - creato dal Governo precedente rispetto al quale molti membri della maggioranza che sosteneva il Governo precedente, la Lega in particolare, stanno chiedendo di fare qualcosa". "Spero che questa maggioranza - aggiunge Fornero - vorrà considerare questo emendamento che è la soluzione di un problema grave".
“Non bisogna farsi prendere dal panico, ma decidere quando andare alle urne e ridare voce al popolo. Bisogna tornare alla politica”. Lo ha dichiarato ai microfoni di RadioArticolo1 Vincenzo Scudiere, segretario nazionale della Cgil, ospite della trasmissione Italiaparla. “Il problema al momento è ciò che bisogna fare nei pochi giorni che ci separano dalle dimissioni del governo. Un esecutivo che noi - ricorda Scudiere - abbiamo criticato e che continuiamo a criticare perché non ha scelto l’equità e il lavoro come ispirazione principale, strategica, per la propria attività.