(Labitalia) - Tra recessione e austerity, i lavoratori autonomi sono la fascia che, proporzionalmente, ha pagato il conto più salato di questi cinque anni di crisi, perdendo sul campo 416mila posti di lavoro e bruciando 68 miliardi di reddito disponibile. Un dato, quest'ultimo, che fa virare in negativo l'intero reddito primario nazionale (-30,9 miliardi).
E' l’analisi di Confesercenti che, in occasione del Primo Maggio, momento della riflessione sul tema del lavoro, lancia l'allarme per gli autonomi, composti in larga parte da piccoli e micro imprenditori e schiacciati tra fisco e recessione, chiedendo l'intervento dell'esecutivo.
"Dalle autorevoli dichiarazioni rilasciate da più di un ministro - scrive la Confederazione - il nuovo governo dimostra di riconoscere l'esigenza di ridurre la pressione fiscale attraverso un piano di tagli della spesa pubblica inefficiente e improduttiva, come Confesercenti suggerisce da anni. L'augurio è che i tagli siano portati avanti in modo rapido e coraggioso: secondo le nostre stime, si possono liberare 70 miliardi di euro".
Crisi: Confesercenti, a pagare è il lavoro autonomo
30 aprile 2013 • 00:00