'Non è detto che un determinato prodotto si debba realizzare per forza in una determinata area: si può pensare anche a 'riconversione' e 'mobilità', che sono parole difficili ma anche il mondo del lavoro deve fare la sua parte nella direzione di una maggior liberalizzazione nel nostro paese”. A dirlo è il presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà, durante la sua lezione magistrale per l'inaugurazione dell'anno accademico dell'Universitas Mercatorum, presso Unioncamere.

'Anche le famiglie devono fare la loro parte - aggiunge Catricalà -, basta con l'idea del posto fisso e sicuro per i nostri figli, basta con l'idea di avere i figli a portata di mano, che non debbano andare all'estero; basta anche con l'idea che debbano scegliere facoltà umanistiche per avere meno problemi'.

Per Catricalà, dunque, per far ricominciare a crescere il nostro paese e andare nella direzione di una maggior apertura dei mercati, 'devono cambiare anche i comportamenti'. Il presidente dell’Antitrust ha spiegato che con la crisi economica globale l'Italia 'si è fatta molto meno male di altri paesi, perché è caduta solo dall'ammezzato: quando ricomincerà a crescere, però, gli altri paesi torneranno con l'ascensore all'attico, noi invece torneremo per le scale di nuovo all'ammezzato'.

Fuori dalla metafora, Catricalà ha spiegato che 'dobbiamo pensare al nostro futuro prima ancora di uscire dalla crisi, non possiamo essere un paese di nonni che divorano il futuro dei nipotini, dobbiamo creare, con le decisioni che prenderemo oggi, l'Italia del 2050'. Per ricominciare a crescere, 'non più degli altri, ma di certo non meno degli altri - ha aggiunto – dobbiamo spingere in direzione della maggiore liberalizzazione dei mercati, eliminare strettoie e impedimenti'.