“Il piano nazionale anticorruzione deve divenire uno strumento essenziale per imporre la legalità, in tutte le sue derivazioni, come elemento guida per una sana amministrazione”. È quanto afferma la Fp Cgil nazionale in merito alle parole di oggi (giovedì 14 luglio) del presidente dell'Autorità anticorruzione Raffaelle Cantone, sostenendo che “bisogna porre un immediato rimedio, che deve coinvolgere attivamente le parti sociali e le lavoratrici e i lavoratori pubblici".
Per la categoria dei lavoratori dei servizi pubblici della Cgil "il coinvolgimento delle parti nella formulazione dei piani, insieme a quello delle lavoratrici e dei lavoratori ai quali va garantita un'adeguata formazione, con la tutela dei whistleblower, sono solo alcuni degli elementi per mettere al centro il tema della legalità all'interno delle pubbliche amministrazioni e debellare fenomeni di corruzione".
Su questi punti, aggiunge la Funzione pubblica Cgil, "sulla legalità che riteniamo essere una precondizione assoluta per il lavoro pubblico e per il corretto funzionamento di una pubblica amministrazione che abbia come riferimento la qualità dei servizi ai cittadini, serve uno scarto, anche e sopratutto in ragione dell'allarme lanciato dal presidente Cantone. Uno scarto che deve implicare il coinvolgimento delle parti e delle lavoratrici e dei lavoratrici e individuare nel rinnovo dei contratti il luogo per poter innovare davvero nel segmento della legalità".