PHOTO
Emergenza Coronavirus. Oggi, 28 febbraio, il ministro dei Beni e delle Attività culturali, Dario Franceschini, ha ricevuto una delegazione di Cgil, Cisl e Uil insieme con i rappresentanti delle imprese del settore del cinema e dello spettacolo dal vivo. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto che siano incluse tutele specifiche per cinema e spettacolo dal vivo all’interno delle misure di sostegno che saranno definite. Le operatrici e gli operatori di questi settori sfuggono, per la natura del loro rapporto di lavoro, alle stime generali e rischiano di essere, di fatto, tagliati fuori dagli ammortizzatori che si stanno definendo per la generalità dei lavoratori.
La posticipazione dell’uscita di nuovi film ricade sulle sale cinematografiche che si stanno svuotando in tutto il Paese e che già cominciano a chiudere. Inoltre la realizzazione di nuovi prodotti si sta interrompendo e questo determinerà una coda lunga della crisi. Il ministro Franceschini ha comunicato che, per il settore del cinema, immagina un “Tax credit rafforzato” destinato alla distribuzione, alle sale cinematografiche e alla promozione.
Per lo spettacolo dal vivo, invece, il ministro pensa a “progetti speciali” riservati esclusivamente alle zone rosse e finanziati con i 10 milioni che già erano stati stanziati, dalla Legge di bilancio, per l’incremento del Fondo Unico dello Spettacolo. “Una misura che rischia di essere insufficiente - afferma Emanuela Bizi, segretaria nazionale Slc Cgil -. I danni sono molto più diffusi ed estesi sicuramente a tutto il territorio nazionale. Mentre il Tax credit per il cinema può rappresentare un sostegno reale per il settore, lo spettacolo dal vivo è esposto ad una crisi senza via d’uscita nel breve e medio termine”.
Quindi Bizi prosegue: “Ci preoccupa molto anche la paura che si è diffusa nel Paese e ci fa presagire che non sarà facile che il pubblico riprenda immediatamente a frequentare i luoghi dello spettacolo dal vivo. Anche nelle regioni non interessate dalle procedure che contrastano la diffusione del coronavirus il pubblico sta scemando. I danni per le imprese e per migliaia di lavoratori sono incalcolabili e pesantissimi”.
Da qui la richiesta dei sindacati che il Mibact si faccia parte attiva verso gli altri ministeri per la creazione di un fondo specifico che fronteggi la crisi e che possa sostenere le imprese e direttamente i lavoratori, inclusi quelli autonomi. Per quanto riguarda la contribuzione previdenziale per i periodi non lavorati, è necessario assicurare la copertura figurativa.
Inoltre, si sollecita il Mibact a contattare il ministero dell’Istruzione per evitare che gli istituti scolastici annullino i programmi di collaborazione con teatri, compagnie, ecc. per un periodo superiore a quello previsto dal dl 6/2020 e successivi, come invece sta già avvenendo. Infine la richiesta che il Mibact si faccia parte attiva con il ministero del Lavoro per dare vita a forme di sostegno al reddito, anche innovative, che possono essere individuati nei tavoli attivati con le confederazioni Cgil, Cisl e Uil, per il settore spettacolo dal vivo.
“L’incontro di oggi, purtroppo – conclude Bizi-, non ha fugato le nostre preoccupazioni. I lavoratori dello spettacolo, data la complessità e la molteplicità dei loro rapporti di lavoro, ancora una volta, rischiano davvero di essere dimenticati”.