Le segreterie regionali di Cgil Cisl e Uil, "pur riconoscendo le buone intenzioni sottese all’ordinanza del presidente Bardi del 23 febbraio 2020 sull’emergenza coronavirus, evidenziano che le misure introdotte, se avulse da percorsi ben definiti, rischiano di gettare nel panico l’intera regione senza centrare il vero obiettivo, circoscrivere l’eventuale diffusione del coronavirus. Si tratta, infatti, di un’ordinanza abnorme ed esorbitante che avrebbe avuto un senso, se limitata alla sola zona rossa interessata. Sebbene sia stata circoscritta ai soli studenti universitari provenienti da cinque regioni del Nord, in assenza della individuazione di percorsi ben definiti nel disciplinarne l’operatività, rischia di far andare in tilt l’intera Basilicata e non solo".
"In queste ore, i lavoratori non sanno come orientarsi, né coloro che sono di ritorno dalle regioni investite dall’ordinanza, né coloro che vi si debbono recare; i medici di medicina generale non hanno ricevuto disposizioni sulle certificazioni per giustificare le assenze dal lavoro per chi deve osservare la quarantena, quarantena dalla quale sono peraltro esclusi i conviventi, gli ambulatori medici non sono stati muniti dei relativi presìdi di sicurezza, e a tutt’oggi non è chiaro se i tamponi per il coronavirus siano arrivati in Basilicata. Il numero messo al servizio dei cittadini, il 1500, non risponde, e di conseguenza s'intasa il 118, mettendo a rischio la fruibilità del servizio di emergenza urgenza per i casi di reale necessità. In buona sostanza, si sta avvitando su se stesso l’intero sistema regionale", affermano in una nota unitaria i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Basilicata, Angelo Summa, Enrico Gambardella e Vincenzo Tortorelli.
"Riteniamo vadano messe in campo misure operative per poter colmare questa sorta di discrasia che si è determinata con l’ordinanza adottata, in primis istituendo un apposito numero verde, in grado di dare risposte certe e univoche ai cittadini, ma soprattutto rafforzando, in questa fase di straordinarietà, il sistema sanitario regionale, garantendo agli operatori della sanità di prestare la loro delicata attività in piena sicurezza. La peculiarità del momento richiede chiarezza, trasparenza e univocità degli indirizzi; diversamente, si rischia di rendere di fatto inefficaci tutte le misure adottate. Per tali motivi, abbiamo chiesto un incontro urgente ai prefetti di Potenza e Matera, per affrontare congiuntamente le tante problematiche che di ora in ora emergono, mettendosi responsabilmente a disposizione per dare il nostro contributo per uscire dalla condizione di panico in cui è stata gettata l’intera regione", concludono i tre dirigenti sindacali.