"Abbiamo più volte avanzato richieste d'incontro alla Regione Lazio, che, a tutt'oggi, non ci ha ancora convocato per individuare tutti i percorsi possibili a tutela dei circa 2.000 lavoratori e delle loro retribuzioni, impiegati nella cooperativa Capodarco e in quelle ad essa collegate". Così in un comunicato unitario Fp Cgil Roma e Lazio (Mauro Mastropietri), Cisl Fp Roma capitale Rieti e Lazio, (Stefania Gunnella), Uil Fpl Roma e Lazio (Nicoletta Calcagni).

"Una situazione di crisi, iniziata il primo dicembre scorso, con l'interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Roma, che rischia di avere conseguenze pesantissime, a partire dal 1° gennaio prossimo, per molti lavoratori impiegati nei servizi Cup di alcune Asl del Lazio. Il 31 dicembre, infatti, scadranno gli appalti per la gestione del servizio Cup delle Asl di Latina e della Rme e del complesso ospedaliero Ifo, ma finora la Regione Lazio, salvo l'intervento nella Asl di Latina, non ha dato alcuna indicazione sulle modalità di prosecuzione dei servizi. Così si rischia di creare notevoli disagi per i cittadini che ricadono nelle Asl indicate", proseguono i sindacalisti.

"In assenza di una direttiva da parte della regione, ogni Asl sta procedendo autonomamente, adottando provvedimenti diversi fra loro. La Asl di Latina, ad esempio, aveva pubblicato una procedura ristretta a inviti, che doveva concludersi il 29 dicembre, rientrata per l'intervento della Regione Lazio che ha bloccato il tutto in attesa della gara unica regionale, mentre la Asl Rme sta chiedendo di anticipare il passaggio di circa 230 lavoratori, quando ad oggi la stessa Asl non ha ancora fornito il piano completo dei servizi e il totale delle ore da svolgere alla società subentrante. Una situazione che potrebbe comportare un taglio delle ore per tutti questi lavoratori del 20-30% circa; un vero dramma sociale, dal momento che uno stipendio medio mensile full-time è di 900 euro", rilevano ancora le tre sigle.

"Una situazione estremamente confusa che, ovviamente, non può garantire omogeneità sul territorio e sta determinando un effetto 'spezzatino', difficilmente gestibile e poco utile a cittadini e lavoratori. Questo atteggiamento risulta essere in palese contraddizione con l'impegno sottoscritto dalla Regione stessa con noi non più tardi di novembre scorso, e che prevede la salvaguardia dei livelli occupazionali di tutto il personale attualmente impiegato nei servizi Cup della Regione, attraverso la ricollocazione di eventuali esuberi in servizi affini e di supporto ai Cup stessi", aggiungono i confederali di categoria.

Per questo, Cgil, Cisl e Uil sollecitano un urgente incontro con i vertici della Regione Lazio, invitando gli stessi ad attivare, tempestivamente, un tavolo di confronto come cabina di regia per il superamento dell'attuale crisi, anche alla luce delle nomine dei commissari degli appalti presso la cooperativa Capodarco. In assenza, saranno attivate tutte le forme di lotta a difesa e a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti, a partire dalla Asl Rme.