“Oltre 60.000 lavoratrici e lavoratori pubblici hanno invaso il centro di Milano e piazza Duomo manifestando contro l’accordo sottoscritto fra il governo e le organizzazioni sindacali Cisl Fp e Uil Pa che non dà risposte salariali adeguate ai lavoratori, non affronta il drammatico nodo della stabilizzazione dei lavoratori precari e non tutela i diritti dei lavoratori”. A dirlo è la Funzione pubblica Cgil della Lombardia in una nota. “Nelle giornate che hanno preceduto lo sciopero di oggi – si legge – sono state fatte in Lombardia centinaia di assemblee per spiegare le nostre ragioni”, che “sono state comprese, come dimostra l’alta adesione allo sciopero in tutti i luoghi del lavoro pubblico”.

Le adesioni medie, riferisce la Fp Cgil regionale, superano il 50 per cento con punte che arrivano al 70-80. Ecco alcuni primi dati: a Milano e a Sesto San Giovanni, per il comparto Autonomie locali ha scioperato il 95 per cento dei lavoratori, all'Ospedale Niguarda il 70 per cento, al Comune di Milano una media del 50 con oltre il 70 per cento dei servizi chiusi, così come quasi tutti i servizi all'infanzia (come ad esempio, a Cremona). Lo sciopero ha visto una partecipazione dei lavoratori Inps in Lombardia con una media tra il 60 e 70 per cento, a Milano le sedi Inps sono chiuse; a San Vittore ha scioperato il 70 per cento dei lavoratori. A Brescia nell'Inps c'è stata un'adesione superiore al 70 per cento, a Desenzano del 100 per cento. I lavoratori dell'amministrazione provinciale di Brescia hanno scioperato per il 60 per cento, quelli del Dipartimento provinciale del lavoro per il 65 e dei comuni del bresciano con una media del 70 (a Gardone Val Trompia il 75, a Roncadelle il 70). In Brianza, all'Ospedale di Vimercate ha scioperato il 50 per cento dei lavoratori, al Comune di Muggiò l'85, al Comune di Desio il 70. A Mantova, al comune, ha scioperato il 70 per cento.

Conclude la nota: “Siamo più che mai convinti che questa è la strada giusta, le nostre ragioni sono le ragioni di tanti, continueremo la mobilitazione, perché la nostra lotta dovrà unificarsi con la lotta degli altri comparti pubblici, continueremo a far sentire la nostra voce per ottenere un contratto dignitoso che dia un reale recupero del potere d’acquisto dei salari, salvaguardando così, un intervento pubblico di qualità in tutti i settori”.