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Al via oggi nell’inedita cornice del Cnel il primo incontro per il rinnovo del contratto nazionale Federmeccanica-Assistal, il contratto dei lavoratori metalmeccanici, in scadenza il 31 dicembre 2019. Per Fim, Fiom, Uilm quello dei metalmeccanici rappresenta un contratto che, specie in questa fase di grossa difficoltà, può dare un contributo in termini di innovazione e fiducia ai lavoratori e alle imprese, non solo quelli del settore.
"Con il precedente contratto abbiamo tutelato i salari minimi, rispetto all’Ipca, ma i nostri salari restano mediamente tra i più bassi d’Europa - scrivono Fim, Fiom e Uilm - anche perché non c’è mai stata una reale redistribuzione della produttività attraverso il salario di secondo livello, che oggi interessa appena il 37% delle imprese del settore e della ricchezza prodotta. Per questo i sindacati chiedono un aumento dei minimi pari all’8%, "per dare una risposta al problema dei bassi salari, applicando quanto previsto dal Patto per la Fabbrica". Inoltre, i sindacati ritengono l’elemento perequativo fondamentale per la mancata contrattazione di secondo livello: "Lo dovranno pagare tutte le imprese che non contrattano con il sindacato quote di salario aggiuntivo rinunciando a redistribuire produttività e ricchezza".
La piattaforma dei metalmeccanici vuole anche dare risposte ai cambiamenti dei modelli organizzativi delle imprese sui temi del mercato del lavoro, allargando le tutele e i diritti, in particolare negli appalti, e contrastando la precarietà per ridurre la concorrenza tra lavoratori e ricomporre ciò che l'impresa ha scomposto.
"Nella piattaforma c'è poi una parte fondamentale su ambiente, salute e sicurezza sul lavoro che devono rappresentare una priorità per le imprese e per chi lavora - aggiungono Fim, Fiom e Uilm - Contemporaneamente serve rafforzare il diritto soggettivo alla formazione, se vogliamo puntare ad una gestione alta della transizione in atto nel mondo del lavoro, contemporaneamente rivedere l’inquadramento professionale che resta fermo al 1973 per valorizzare e per meglio redistribuire le competenze di chi lavora".
"Per quanto riguarda i flexible benefit - concludono i tre sindacati - puntiamo sulla costruzione di una piattaforma nazionale di gestione, perché dobbiamo ricordarci che i flexible benefit sono un tema contrattuale e non una concessione aziendale". Infine, obiettivo della trattativa è anche "rafforzare e migliorare la gestione del fondo di sanità integrativa Metàsalute e del fondo di previdenza integrativa Cometa". Nei prossimi incontri già fissati per il 27 novembre e per il 10 dicembre si entrerà più nel merito della trattativa.