PHOTO
“Rinnovare il contratto nazionale e stanziare risorse, queste sono le priorità per il mondo della scuola”. A dirlo è Maurizio Lembo, segretario nazionale della Flc Cgil, alla vigilia del Consiglio dei ministri di venerdì prossimo nel quale arriverà il via libera alla riforma annunciata dal premier Matteo Renzi. “Alcune cose – osserva il sindacalista ai microfoni di RadioArticolo1 (qui il podcast) – sono positive e rientrano nelle nostre proposte avanzate da tempo, come l'idea dell'organico funzionale, cioè un gruppo di docenti a disposizione di una rete di scuole che possano gestire meglio l'offerta educativa. E' chiaro che siamo d'accordo anche sull'eliminare la piaga delle supplenze".
Si parla anche di interventi in materia riservata alla contrattazione, come la necessità di stabilire graduatorie di merito degli insegnanti: "Di tutto questo, però, ci piacerebbe discutere nelle sedi appropriate che, come si sa mancano. Gli insegnanti sono senza contratto ormai da sei anni, privati anche degli scatti di anzianità. Abbiamo fatto due conti sul potere d'acquisto, il risultato è che ci abbiamo rimesso qualcosa di più dei famosi 80 euro al mese”.
Il nodo da scogliere, dunque, è sempre lo stesso: come gestire le poche risorse a disposizione. E su questo la Flc ha idee molto diverse rispetto alle propensioni dell'esecutivo. “Da tempo – osserva Lembo – il ministro Giannini ha fatto capire come la pensa sulla parità scolastica e sulla necessità, a suo giudizio, di far affluire maggiori risorse alla scuola privata. Non a caso l'annuncio della riforma è arrivato proprio dal meeting di Rimini di Comunione e Liberazione. Ma la crisi porta all'insostenibilità delle spese per la famiglie e ormai i bambini si portano la carta igienica da casa, pensare di aumentare le risorse alle scuole private non è certo la soluzione”.
Più in generale, la richiesta è quella di una discussione alla quale però l'esecutivo sembra allergico. “Serve un confronto con i sindacati, le famiglie, gli studenti. Noi abbiamo le nostre proposte, le abbiamo chiamate 'cantiere scuola'. Se non ci sarà il confronto e il tutto si risolverà con provvedimenti demagogici senza mettere nuove risorse – avverte – ci sapremo muovere di conseguenza. Abbiamo già avviato una campagna di informazione e assemblee e nei mesi successivi sarà pronta la nostra mobilitazione se non ci saranno le risposte che chiediamo”.
Un esempio di come siamo ancora fermi alle promesse è l'edilizia scolastica, indicata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi tra le primissime cose da fare appena seduto a Palazzo Chigi. “Purtroppo – riferisce il sindacalista della Flc – la situazione è esattamente com'era alla chiusura di giugno, non è stato spostato neanche un soprammobile. Ci auguriamo che gli investimenti dei quali ha parlato Renzi arrivino. Certo, la burocrazia impedisce la celerità, ma finora non c'è stato nessuno degli interventi annunciati. Peraltro la situazione è davvero drammatica, tra intonaci che cadono sulle teste degli alunni e leggi sulla sicurezza non rispettate”.
L'altro tema di attualità è il dimezzamento dei distacchi sindacali (gran parte dei quali riguarda proprio il mondo della scuola) a partire dal 1 settembre. “Eravamo ampiamente preparati – sottolinea Lembo – lo si sapeva dallo scorso giugno. Non sarà un problema per i molti che avevano un semi-distacco, avendo mantenuto un radicamento nel mondo della scuola. Ma è evidente che questo ridurrà la nostra presenza a tutela dei lavoratori. E' stata una decisione demagogica e populista – conclude – anche perché i sindacalisti svolgono un ruolo di supporto alle carenze all'amministrazione. Le nostre sedi lo hanno fatto anche nel mese di agosto, aiutando migliaia di lavoratori, soprattutto precari, che non avevano altri riferimenti”. (mm)