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Trovato l’accordo sulla cassa integrazione, adesso si passa all’applicazione del contratto nazionale. È in calendario per oggi (giovedì 26 aprile) a Roma, presso la sede di Assaereo, l’incontro tra sindacati e Alitalia per l’ennesima proroga del ccnl, scaduto il 31 dicembre 2016. Una proroga voluta da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ta, Anpac e Anpav, e certamente non osteggiata dalla compagnia, utile a eliminare ulteriori tensioni in una vertenza, quella appunto di Alitalia, che ogni giorno presenta nuove difficoltà. La quinta proroga (la prima risale al febbraio 2017) dovrebbe prevedere gli stessi trattamenti economici e normativi finora applicati, oltre a ribadire l'importanza di consolidare il contratto collettivo di settore.
Ogni giorno, si diceva, la situazione di Alitalia deve affrontare nuove difficoltà. L’ultima è l’apertura, da parte dell’Antitrust europeo, di un’indagine sul prestito ponte di 900 milioni di euro concesso l'anno scorso dal governo ad Alitalia, allo scopo di verificare se si tratti di un aiuto di Stato, quindi non permesso dalle regole comunitarie, oppure se sia compatibile con le norme Ue. Bruxelles intende valutare se il prestito abbia superato i limiti imposti dalle leggi che proteggono la concorrenza in Europa: sotto inchiesta sono la durata dell’aiuto, che per i “prestiti di salvataggio” non deve superare i sei mesi (mentre nel caso di Alitalia durerebbe 15-18 mesi), e la consistenza della cifra messa a disposizione, che potrebbe non essere limitata “al minimo necessario” come invece impone la Commissione.
“Penso che la scelta dell'Unione Europea sia sbagliata: non siamo di fronte a un tema di aiuti di Stato, ma a un’azione tesa a favorire un processo di transizione e di salvaguardia di un'azienda importante come Alitalia”. Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha commentato martedì 24 aprile l’annuncio di Bruxelles dell’avvio di un’indagine sul prestito ponte. Per l’esponente sindacale “i risultati di questa stagione ci dicono che un’amministrazione positiva dell'azienda permette di immaginarne il futuro. Quindi, in questo caso vedo più un aiuto alla concorrenza che una sua violazione”.
Per un contenzioso che inaspettatamente si apre, altri per fortuna si chiudono. È il caso dell'accordo per il rinnovo della cigs per sei mesi, fino al 31 ottobre prossimo, siglato da compagnia aerea e sindacati lunedì 23 aprile. I lavoratori coinvolti sono 1.480: 1.030 dipendenti di terra, 90 comandanti e 360 assistenti di volo (200 in meno rispetto alla procedura che scade lunedì 30 aprile). “Un segnale importante, ha commentato la Filt Cgil, sottolineando “l’abbassamento dei numeri della cigs, sia rispetto alle proposte aziendali iniziali sia rispetto alla precedente procedura”. I dipendenti in cigs a zero ore saranno meno di 300, anche se il numero sarà definito nei prossimi incontri. Previsto anche un assegno di riqualificazione per i lavoratori in cassa della durata di quattro mesi, nei prossimi giorni è attesa una circolare del ministero del Lavoro per attuare la misura.
La scadenza della cassa integrazione di fine ottobre va a coincidere con la nuova deadline della procedura di vendita, finora fissata al 30 aprile prossimo, il cui decreto sarà emanato nel Consiglio dei ministri di oggi. Si apre dunque una nuova fase che parte dalle tre offerte, che non sarebbero vincolanti, arrivate il 10 aprile scorso. In corsa ci sono Lufthansa, Wizz Air ed EasyJet. L’offerta “oggettivamente più promettente”, come ha dichiarato nei giorni scorsi il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, è quella tedesca. Lufthansa avrebbe esteso il perimetro degli asset da acquistare e avrebbe ridotto il numero degli esuberi: questi diminuirebbero del 30 per cento, mentre i dipendenti della parte aviation, che dovrebbero essere risparmiati dai tagli, salirebbero a 6 mila.